29 Novembre 2022
"Si è vero. Non gli abbiamo fatto il contratto e non abbiamo pagato gli stipendi. Ma eravamo in difficoltà". Sono queste le parole di Marie Thérèse Mukamatsindo, suocera del deputato Aboubakar Soumahoro, di fronte alla commissione dell’ispettorato del lavoro di Latina, in merito alle presunte irregolarità nella gestione delle cooperative affidate e lei e alla compagna del deputato.
La donna, unica indagata della procura di Latina nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione delle cooperative Karibu e Consorzio Aid, ha oggi ammesso alcuni dei comportamenti denunciati dai lavoratori.
Una delle denunce arriva da Youssef Kadmiri, ingegnere 42enne, che aveva dichiarato di essere stato pagato solo due volte in due anni e di non essere mai stato messo in regola, quando lavorava per la coop Consorzio Aid. L’ingegnere ha accolto con sollievo le parole della madre della compagna di Soumahoro, rispondendo "Adesso spero che mi paghi". Altri i casi di denunce, ancora aperti e in corso di accertamento.
Thérèse Mukamatsindo ha concluso un accordo con l’ispettorato ed è ora chiamata a sanare le posizioni dei lavoratori in nero e a restituire loro gli stipendi non pagati fino ad ora. Secondo il sindacato Uiltucs, che ha raccolto le denunce dei 30 dipendenti delle cooperative, si parla di 400 mila euro a loro sottratti e quindi da restituire.
Attesa dai giornalisti all'esterno dell'Ispettorato, la suocera del parlamentare si è limitata a dire "Decido io quando rompere il silenzio". Non ha fornito infatti nessuna spiegazione e nessuna risposta alle accuse della Procura di Latina, ma la firma dell'accordo è comunque l'ammissione nero su bianco dei mancati pagamenti.
Rimane ora da capire da che parte si schiererà Soumahoro, che in un video su Instagram aveva dichiarato che avrebbe preso le parti dei lavoratori se si fosse scoperto che effettivamente non erano stati trattati correttamente.
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