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Campobasso, segregata in casa per 22 anni. La donna: "Schiaffi e insulti se parlavo. Potevo lavarmi una volta al mese"

La 67enne agli agenti: "Mangiavo ciò che mi davano, richieste fatte a voce dalla finestra...". Niente riscaldamento e "d’inverno usavo vecchi vestiti pesanti"

13 Settembre 2022

Campobasso, la donna segregata per 22 anni: «Siete venuti a liberarmi? Potevo lavarmi una volta al mese. Schiaffi e insulti se parlavo»

twitter: FrancoScarsell2

Una segnalazione anonima da cui è partito tutto e la donna della provincia di Campobasso rimasta segregata in casa per 22 anni ha visto la libertà. Il blitz è partito venerdì scorso nel casolare alle pendici della collina su cui è arroccato il borgo medievale di Casalciprano, in via Carcere, ironia della sorte. Lì la donna viveva in un tugurio, dove, come racconta lei stessa, non voleva più "starci". La 67enne costretta a vivere nella casa con il fratello e la moglie si è mostrata "lucida e precisa" durante il racconto, spiegano gli agenti, mostrando legittimamente un po' di incredulità. "Ma davvero siete venuti qui per liberarmi?". 

Campobasso, segregata in casa per 22 anni. La donna racconta tutto

 

La donna si è aperta totalmente raccontando agli agenti cosa le fosse accaduto. L'inizio un po' sulle spine, dapprima il terrore, gli occhi sgranati ed il corpo esile. Ma poi alla frase "signora, non abbia paura, siamo qui per lei", si è sciolta. I carabinieri che hanno portato avanti il blitz raccontano che "ha sorriso per qualche istante per poi iniziare a piangere, un pianto liberatorio". Il tugurio ricavato dalla legnaia ed il racconto che riserva parole pesanti: "Non mi facevano fare nemmeno il bagno... Potevo lavarmi una volta al mese nella vasca del bucato", racconta in merito ai coniugi.

La 67enne ha riferito di essere stata segregata, "ridotta al silenzio, erano schiaffi e insulti se parlavo senza che prima mi dessero il permesso". E poi: "Mangiavo ciò che mi davano, richieste fatte a voce dalla finestra...". Niente riscaldamento. "D’inverno, per riparami dal freddo, usavo delle coperte... Poi indossavo gli abiti che avevo con me quando mi trasferii. La televisione? No, non c’era".

Il capitano Edgard Pica è rimasto colpito dalla "capacità di “resilienza”. In lei ha vinto la capacità di sopportare le gravissime privazioni subite, dalla libertà personale a quella di parola e di autonomia, mostrando un desiderio di vivere e di uscire dall’incubo in cui ha vissuto". Inoltre la vedova "in ogni occasione chiedeva aiuto con tentativi rimasti per troppo tempo inascoltati". 

Eliseo Castelli, 47 anni, sindaco di Casalciprano e paese d'origine della donna racconta di essere "rasserenato per il fatto che questa vicenda è emersa e che a questa donna è stata ridata la libertà". "Sono stati i nostri servizi sociali ad avere preparato la relazione che ha permesso di avviare gli accertamenti ufficialmente". "La donna? Faccio il sindaco da 12 anni ma ricordo di averla vista solo qualche volta, da giovane. Poi non ho più saputo nulla di lei. Chi avrebbe dovuto segnalare eventuali problemi? Forse il medico di base". Riguardo i coniugi, racconta: "Due persone affabili, cordiali: devo dire che se mi avessero raccontato ciò che poi ho appreso non lo avrei mai creduto".

 

 

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