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Mimmo Lucano, rese note le motivazioni della condanna: "Strumentalizzò l'accoglienza"

Rese note le motivazioni della sentenza che ha portato alla condanna, il 30 settembre scorso, dell'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano

17 Dicembre 2021

Mimmo Lucano, rese note le motivazioni della condanna: "Strumentalizzò l'accoglienza"

Fonte: Facebook profilo Giulio Cavalli

Rese note le motivazioni della condanna a 13 anni di carcere (e al pagamento di 700mila euro di multa) all'ex Sindaco di Riace Mimmo Lucano. La vicenda parte da molto lontano, precisamente dal 2 ottobre 2018. Lucano era l'artefice del cosiddetto "modello Riace" sull'accoglienza dei migranti. La condanna era arrivata lo scorso 30 settembre, quasi il doppio rispetto a quanto richiesto dalla pubblica accusa.

Mimmo Lucano, rese note le motivazioni della condanna

Secondo i magistrati di Locri si è davanti a una strumentalizzazione del sistema di accoglienza. A renderlo noto è stato il quotidiano Domani. "Il processo – si legge nelle carte della procura – si fonda su vicende appropriative che lui ha solo in parte sfiorato". In pratica, come spiega anche Il Giornale, ci sono stati comportamenti dolosi di cui Lucano non ha beneficiato in termini materiali. Secondo i giudici, avrebbe messo in piedi una sorta di associazione a delinquere in grado di strumentalizzare il processo di accoglienza. "Lucano, da dominus indiscusso del sodalizio – è scritto nella motivazione della condanna – ha strumentalizzato il sistema dell'accoglienza dei migranti a beneficio della sua immagine politica".

L'organizzazione, viene descritta dai giudici, come come "tutt'altro che rudimentale, che rispettava regole precise a cui tutti si assoggettavano, permeata dal ruolo centrale, trainante e carismatico di Lucano il quale consentiva ai partecipi da lui prescelti di entrare nel cerchio rassicurante della sua protezione associativa". Questo "per poter conseguire illeciti profitti, attraverso i sofisticati meccanismi, collaudati negli anni e che ciascuno eseguiva fornendogli in cambio sostegno elettorale".

Lucano, da questo sistema, non avrebbe però guadagnato nulla in termini materiali. Il giudice Fulvio Accurso quindi precisa che "Ove ci si fermasse a valutare questa condizione di mera apparenza, si rischierebbe di premiare la sua furbizia, travestita da falsa innocenza, ignorando però l'esistenza di un quadro probatorio di elevata conducenza, che ha restituito al Collegio un'immagine ben diversa da quella che egli ha cercato di accreditare all'esterno".

Infine il giudice scrive: "Domenico Lucano, dopo aver realizzato l'encomiabile progetto inclusivo dei migranti, che si traduceva nel cosiddetto Modello Riace, invidiato e preso ad esempio da tutto il mondo, essendosi reso conto che gli importi elargiti dallo Stato erano più che sufficienti, piuttosto che restituire ciò che veniva versato, aveva pensato di reinvestire in forma privata gran parte di quelle risorse, con progetti di rivalutazione del territorio, che, oltre a costituire un trampolino di lancio per la sua visibilità politica, si sono tradotti nella realizzazione di plurimi investimenti".

 

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