13 Novembre 2021
Fonte: lapresse.it
La bimba nata a Kiev da un utero in affitto e poi abbandonata in Ucraina dai genitori biologici italiani sarà adottata: è questa l'ultima decisione presa oggi, sabato 13 novembre 2021, dal tribunale dei minori di Torino. I giudici del capoluogo piemontese, appena appresa la notizia, hanno aperto una procedura di adottabilità nei confronti della piccola.
La bimba, che oggi ha 1 anno, era nata nella capitale ucraina tramite la tecnica della maternità surrogata ma poco dopo era stata abbandonata dal padre e dalla madre che sembravano non volerla più. Più nel dettaglio la vicenda risale all'agosto 2020, quando la coppia, residente a Nord del Piemonte, si era recata a Kiev - città nota per la pratica dell'utero in affitto - per avere una figlia. Nel primo momento dopo il parto, l'uomo e la donna avevano riconosciuto la neonata ma pochi giorni dopo l'avevano lasciata nella mani di una baby-sitter.
Da lì a poco avevano iniziano a non mandare nemmeno più i soldi per il mantenimento della piccola e d'improvviso erano spariti nel nulla. Non si facevano più vedere da nessuno, non rispondevano alle sempre più insistenti telefonate e soprattutto non erogavano più assegni alla donna che si prendeva cura della neonata, che nel frattempo era rimasta sempre in Ucraina.
Alla vicenda si erano immediatamente interessati la Procura della Repubblica dei minori, che, una volta contattati i genitori della povera bambina, avevano scoperto che non erano mai andati a prenderla in Ucraina in quanto non la desideravano più. Non avevano perso tempo nemmeno lo Scip, la Croca Rossa Italiana, la Polizia di Stato e l'Ambasciata italiana a Kiev. Si erano dati tutti da fare per il rimpatrio della piccola. Così la bambina è atterrata all'aeroporto di Milano Malpensa con un volo diretto partito dall'aeroporto della capitale ucraina.
La bimba, visitata subito dai medici, gode di ottima salute e ora è stata affidata alle cure di una famiglia che la terrà con sè fino a quando non verrà data in adozione. Nel frattempo gli investigatori hanno già sentito i genitori biologici e sul caso la Procura di Novara ha aperto un fascicolo senza - per il momento - indagati nè ipotesi di reato.
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