05 Novembre 2021
Fonte: lapresse.it
Continua l'emergenza migranti al largo di Lampedusa con oltre 1.100 persone a bordo di due navi ong che chiedono di sbarcare e che sono state ignorate da Malta. Circa 800 si trovano sulla 'Sea-Eye4', 314 sulla 'Ocean Viking' di Sos Mediterranee. Ma non è finita: l'ultimo intervento era avvenuto nella notte tra giovedì 4 e venerdì 5 novembre, quando sono giunte 69 persone, tra cui 10 donne e 18 minori. Rimane quindi forte la pressione sulle coste della Sicilia, dove sono appena arrivati anche altri 400 migranti salvati a inizio settimana.
"Malta aveva ignorato le segnalazioni dell'emergenza in mare da parte di Alarm Phone, anche se la barca si trovava nella zona di ricerca e soccorso maltese", accusa Sea Eye 4, che ora sta portando 800 migranti. "Quattrocento persone salvate nella notte da navi civili Sea Eye4 e Rise Above. Chiediamo che le autorità italiane assistano subito gli 800 a bordo Sea Eye e ne garantiscano lo sbarco in un porto sicuro", ha chiesto Mediterranea saving humans. "Il salvataggio delle circa 400 persone - afferma Alarm Phone - ha richiesto molte ore e molte persone sono cadute in acqua. Le persone non dovrebbero essere costrette a rischiare la vita per raggiungere l'Europa".
Sulla questione ha provato a farsi sentire anche la Ministra dell'Interno Luciana Lamorgese. "Anche in questi ultimi giorni ci sono interventi di soccorso in mare, navi di ong cariche di migranti: è giusto salvare queste persone, è ingiusto che a farsene carico sia un solo Paese, il nostro, solo perchè di primo approdo", ha ribadito la ministra. "C'è da fare i conti anche con le difficoltà organizzative legate alla pandemia - ha ricordato Lamorgese - ne ho parlato con la commissaria europea Johansson e tornerò a farlo in questi giorni. Serve una maggiore partecipazione dei Paesi europei per una equa redistribuzione dei migranti, nel rispetto dei principi di solidarietà e di responsabilità".
"Nel corso del bilaterale - informa inoltre il ministero - è stato affrontato il tema della gestione dei flussi migratori, anche in ragione della costante pressione proveniente dal Nord Africa. In particolare, il ministro e ha ribadito l'esigenza di una forte solidarietà europea che consenta la redistribuzione dei migranti che sbarcano in Italia e di un impegno dell'Unione per sviluppare partenariati strategici con i Paesi di origine e transito dei flussi, a cominciare da Tunisia e Libia".
L'Italia continua a essere lasciata sola nella gestione dei migranti, che non si chiamerebbe - visti i numeri - "emergenza" se tutti i Paesi decidessero di fare la loro parte. Gli ultimi barconi in pericolo, infatti, si trovavano e in acque internazionali in zona Sar di competenza maltese. Eppure "le autorità di Malta - accusa Mediterranea saving humans - hanno ignorato le richieste di intervento d'emergenza". E ancora: "Solo la presenza e l'attivazione delle navi della società civile europea hanno evitato un naufragio con centinaia di potenziali vittime", dice Mediterranea.
"Chiediamo che le autorità Italiane si attivino immediatamente per prestare la massima assistenza possibile alle persone soccorse - aggiunge - garantendo il loro tempestivo sbarco in un porto sicuro. Il governo italiano, insieme agli altri Stati membri e alle istituzioni europee, di fronte alle persone in fuga dall'inferno libico e all'attuale situazione in mare, considerino l'urgente ripristino di una missione Sar nel Mediterraneo centrale con l'impiego delle navi disponibili della Guardia costiera e della Marina militare".
L'opinione pubblica europea, gli Stati membri dell'Ue e le istituzioni dell'Unione europea, "sono consapevoli da molti anni delle atrocità e delle gravi violazioni dei diritti umani di cui sono sottoposti i rifugiati in Libia. L'Unione europea - conclude la ong - deve assumersi le proprie responsabilità ora. Ha risorse e risorse sufficienti per effettuare l'evacuazione immediata di tutti gli evacuati in Libia".
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