07 Ottobre 2021
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ammette l'affondo del fisico premio Nobel Giorgio Parisi sui problemi dei fondi al mondo della scuola e della ricerca. "Bisogna migliorare" diventa un imperativo, ancora prima che un consiglio, ora che finalmente l'occasione ha permesso alla politica di ascoltare i ricercatori. Queste sono le linee guida che il Governo Draghi promette in conferenza stampa dopo la cabina di regia del Consiglio dei ministri, che oggi ha lavorato sul ruolo degli aiuti del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per migliorare l'istruzione e la ricerca.
La cabina di regia si è aperta oggi, nella giornata di giovedì 7 ottobre. In quest'occasione il Governo ha radunato i principali ministri coinvolti nei piani di investimento nel mondo dell'Istruzione attraverso i fondi europei. Sul posto erano presenti il ministro dell'Economia Daniele Franco, nonché il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, e dell'Università, Maria Cristina Messa. Al dibattito sono stati inoltre invitati il ministro degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, il ministro per il Sud, Mara Carfagna, e il ministro della Famiglia, Elena Bonetti.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato l'avvio dei lavori sul tema della scuola e della ricerca, la prima a partire delle sei cabine: "Iniziamo questo percorso dall'istruzione, formazione e ricerca. A oggi c'è un calendario di massima per le prime sei cabine di regia". "Un po' perché il piano dovrebbe disegnare l'Italia di domani, continua Draghi in conferenza stampa, di quelli che oggi sono giovani e poi questo straordinario evento del Nobel al professor Parisi fa pensare nostre potenzialità nel campo della ricerca e della scienza. Formazione e ricerca sono fondamentali per la crescita del nostro Paese".
Il discorso del premier Draghi non arriva a caso. Perché Giorgio Parisi non solo si è accontentato di accettare uno dei premi più prestigiosi al mondo, ma ha colto l'occasione per denunciare la marginalità del mondo della ricerca italiano. Parisi da anni si batte per ottenere l'attenzione della politica, tanto che nel 2018 aveva lanciato una campagna di raccolta firme online per aumentare i fondi alla ricerca.
"Parisi ha ragione", ammette il premier. "I finanziamenti alla ricerca sono inferiori di gran lunga rispetto ad altri paesi attorno a noi. C'è la determinazione a colmare questo divario aumentando i fondi per la ricerca di base e anche quella applicata".
Draghi ha ribadito che il Governo rispetterà tutte le scadenze del Pnrr, ricordando il momento in cui ha freddato il leader della Lega Matteo Salvini dicendo che "il Governo non aspetta le scadenze elettorali per mettersi al lavoro". La promessa è quella di correre verso il 2022 con i progetti e le linee guida pronte per meritarsi i fondi Ue: secondo quanto dichiarato dal premier in conferenza stampa sono previste 6 riforme (tante quante le cabine di regia) entro il 2022."
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