25 Agosto 2021
Più 600% di contagi al Covid-19 tra i sanitari. Peccato che tutti loro, infermieri e operatori, siano stati proprio i primi a ricevere le dosi dei vari vaccini anti coronavirus approvati in Italia. C'è dunque la riprova che l'immunizzazione fornita dai sieri non duri per sempre. Anzi, non duri nemmeno metà anno. Sarebbe questa la conclusione sui dati svelati dalla presidente della Fnopi Barbara Mangiacavalli, che svela dei numeri inquietanti.
"I contagi tra gli operatori sanitari", ha raccontato Mangiacavalli a Il Messaggero, "sono andati via via calando nei mesi a partire dal vax day di dicembre 2020, quando su base mensile si registravano tra i 16mila e i 19mila casi, fino alla cifra più bassa di soli 265 operatori sanitari infettati in un mese". Dai dati aggiornati a lunedì, invece, sono aumentati in poco più di un solo mese quasi del 600 per cento fino ad arrivare a 1.835. "Di questi - rimarca Mangiacavalli - l'82-84% circa sono infermieri che da inizio pandemia si sono contagiati in circa 115mila".
Da questi dati sembra dunque arrivare un anticipo di quello che aspetta tutti gli italiani e in generale tutti coloro che hanno ricevuto le dosi di vaccino. Vale a dire un netto aumento dei casi. Cosa che presumibilmente avverrà nel prossimo futuro su base nazionale. D'altronde, un indizio di quello che accadrà arriva anche da Israele, dove si procede già con la terza dose di richiamo che potrà essere somministrata anche a chi ha più di 30 anni e ha già ricevuto le prime due dosi almeno cinque mesi fa.
In Israele, tra chi ha ricevuto il vaccino anti Covid-19 in gennaio la protezione dalle infezioni è scesa al 16%. Una percentuale molto bassa che, come evidente, non mette certo al riparo dal contrarre nuovamente il Covid. La grande maggioranza della popolazione anziana israeliana ha già da tempo ricevuto due dosi di vaccino, mentre circa il 78% della popolazione di età pari o superiore a 12 anni è vaccinato. Ma ciò sembra non bastare.
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