14 Ottobre 2025
Gianni Molaro ha presentato domenica 12 ottobre 2025 la nuova collezione sposa Stupor Mundi, l’eleganza di bianco nella suggestiva Reggia di Portici al cospetto di oltre seicento ospiti. Le nuove proposte alta moda sposa sono volte al preziosismo, abiti maestosi, barocchi, ma al contempo geometrici con giochi di trasparenze, ricchi di rouches, tagli, corsetti steccati con scolli omerali a barca che lasciano spazio alle scollature meno profonde. Ad aprire la sfilata, con le note di sottofondo dell’Ave Maria della Callas remixata, un corteo di giovani ragazzi con coroncine sul capo, guanti bianchi, fiori in mano e pantaloni di tulle bianco che invocano la Vergine, uno dei giovani con un turibolo in mano incensa la folla. I tessuti delle creazioni si sviluppano in pizzo francese, ricami a mano, intagli di trasparenze, gli abiti sono ideati per una donna sontuosa, maestosa, lirica, l’immaginario dello stilista è una personalità forte, angelica. In passerella per Gianni Molaro le sue modelle degli anni Novanta e Duemila, oggi splendide donne ultra quarantenni, fortemente volute dallo stilista per dare un messaggio di inclusione anche da parte del mondo fashion. “Una donna che torma sfilare a quasi cinquant’anni è meravigliosa”- dichiara Gianni Molaro. La palette cromatica è un trionfo del bianco nel suo più assoluto candore in contrapposizione ai colori intensi della Reggia di Portici. Le silhouette si sviluppano con abiti a sirena e romantici, fiori scultura, lavorazioni in 3D, come sempre in pedana molti abiti trasformabili lietmotiv di Molaro, creazioni che al momento del taglio della torta o durante il party si trasformano nei volumi e nelle lunghezze e stupiscono gli ospiti. Tra i veli compare oltre al classico velo Molaro, anche quelli in pizzo, ricamati a mano o bordati di piume. Tra gli accessori spazio a numerosi guanti e manicotti. Le sofisticate acconciatore delle modelle sono di cristallo e coprono volutamente un solo lato del volto al fine di dare profondità e mistero. La nuova collezione sposa 2026 si compone di cento abiti al fine di dare una molteplice alternativa alle clienti. “L’età delle spose è fortemente cambiata”- dichiara Molaro: ”Oggigiorno la donna arriva in età adulta all’altare, preferisce prima laurearsi ed avere una stabilità lavorativa. Una donna anche se non più ventenne o trentenne per il grande giorno, seppur dichiari di volere un abito meno tradizionale, nel suo inconscio ricerca una creazione romantica perché il sogno non ha età. Per questo motivo volevo far interpretare la nuova collezione dalle mie modelle storiche, donne di non più giovanissime, ma che sono ancora meravigliose. In passerella ho persino una mamma e suo figlio che sfilano per me”.
Gianni Molaro, il designer
Gianni Molaro, originario di San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli, apre il suo primo atelier nel 1990. Stilista dei record perché nel 1993 realizza un velo di 326,70 metri. Ripete l’esperienza con un abito da sposa di dodici metri di diametro e infine raggiunge un altro primato con l’abito più prezioso del mondo, tempestato da settemila diamanti. Nel 1999 debutta sulle passerelle dell’alta moda di Roma, negli anni ha sempre sperimentato nuove forme e volumi, realizzando abiti scultura spesso esposti in mostre e musei di tutto il mondo. Nel 2004 presenta a Palazzo Venezia, a Roma, una collezione di dodici abiti scultura completamente dipinti a mano con una performance che rompe tutti i canoni tradizionali della sfilata. E’ stato definito dalla stampa come il profeta dell’Art Couture. Il maestro Roberto Capucci si è spesso complimentato con lui. Molaro è un artista trasversale; non solo stilista, ma anche pittore e scultore. Nel 2012 apre il suo atelier a Roma in Piazza di Spagna, che oggi ha sede in Via del Babuino. Per l’occasione copre tutta la scalinata di Trinità dei Monti con tremila metri di tulle bianco. Dal 2014 collabora alla trasmissione televisiva di Rai 2 “Detto Fatto” come stilista e tutor dell’Accademia di Moda. Nel 2021 lo stilista realizza la sua prima collezione di pret a porter Gianni Molaro.
La Reggia di Portici
La Reggia di Portici fu costruita nel 1738 per volere di Carlo di Borbone re di Napoli e della moglie Maria Amalia di Sassonia come villa estiva, attualmente è anche sede universitaria della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Alla realizzazione della Reggia lavorarono ingegneri, architetti e decoratori: Medrano, Canevari, Vanvitelli, Fuga, Canart, Bonito, Re e Geri. Il sito di Portici si rivelò ben presto intriso di memorie sepolte: ad ogni scavo qualche meraviglia del passato riemergeva alla luce. I reperti, provenienti dalle città sepolte di Ercolano e Pompei, furono sistemati nelle stanze della Reggia, formando una delle raccolte più famose al mondo e dando vita all’Herculanense Museum, inaugurato nel 1758 e meta privilegiata del Grand Tour. Il Parco a monte e a valle della Reggia è un’affascinante immersione nella natura; lungo la sua cospicua estensione sono conservati spazi di flora mediterranea.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia