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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Savoia, lo Zar ed ex Primo Ministro di Bulgaria Simeone II visita alla tomba dei nonni Vittorio Emanuele III ed Elena nel Santuario di Vicoforte

Simeone II parla perfettamente italiano, essendo figlio della principessa Giovanna di Savoia, terzogenita di Vittorio Emanuele III d'Italia e della Regina Elena del Montenegro

14 Ottobre 2025

 Re Simeone II, visita le Tombe di Vittorio Emanuele III e della Regina Elena nel Santuario di Vicoforte (11 ottobre 2025)

Re Simeone II, visita le Tombe di Vittorio Emanuele III e della Regina Elena nel Santuario di Vicoforte (11 ottobre 2025)

Lo Zar ed ex Primo Ministro di Bulgaria Simeone II in visita privata presso la tomba dei nonni Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro nel Santuario di Vicoforte. Si è poi recato in visita a Vicoforte per un omaggio alla tomba di Vittorio Emanuele IV di Savoia, suo nipote

Lo zar dei Bulgari Simeone II ed ex Primo Ministro di Bulgaria ha visitato per la prima volta le tombe dei Nonni Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro nella Cappella San Bernardo del Santuario di Vicoforte. Simeone II parla perfettamente italiano, essendo figlio della principessa Giovanna di Savoia, terzogenita di Vittorio Emanuele III e della regina Elena. Simeone II è stato Zar di Bulgaria dal 1943 al 1946 e 62º Primo Ministro della Bulgaria dal 21 luglio 2001 al 16 agosto 2005. Dalla morte del sovrano rumeno Michele I, avvenuta il 5 dicembre 2017, è l'unico Capo di Stato della Seconda Guerra Mondiale ad essere ancora in vita. Simeone si è recato in visita privata a Vicoforte Sabato 11 ottobre 2025, per poi visitare la Basilica di Superga dove è sepolto il nipote Vittorio Emanuele, figlio dello zio Umberto II di Savoia. Figlio di Boris II e di Giovanna di Savoia, quartogenita dei Reali d'Italia, Simeone II, nato a Sofia nel 1937, salì al trono alla morte del padre (1943). Scampato al sanguinario regime comunista, nel 1946 la Madre lo condusse dai nonni ad Alessandria d'Egitto. Nel 1996 Simeone II tornò in Bulgaria, libera dal regime. Fu eletto primo ministro e ottenne l'ingresso del suo Paese nella NATO (2004) e nell'Unione Europea (2007). Nella visita a Vicoforte, ove le Salme dei Reali d'Italia vennero traslate  in forma privata nel 2017, con l'assenso del Presidente Sergio Mattarella, lo Zar è stato accompagnato da componenti della Consulta dei Senatori del Regno e da Ursula Hofter Zuccoli, Ambasciatrice del Sovrano Militare Ordine di Malta in Bulgaria. Domenica ha reso omaggio nella Basilica di Superga alle Tombe di suo cugino Vittorio Emanuele di Savoia e a quelle dei duchi di Savoia e dei Re di Sardegna, per poi rientrare a Sofia. Dopo la morte dello zar Boris III, Simeone venne proclamato re, sotto un Consiglio di reggenza costituito dallo zio Kyril, dal generale Michov e dal primo ministro Bogdan Filov. Il 5 settembre 1944 l'Unione Sovietica dichiarò guerra alla Bulgaria; il governo, paralizzato, si proclamò neutrale e non oppose resistenza all'avanzata dell'Armata Rossa. La tomba del re Boris, presso il monastero di Rila, fu violata ed il corpo portato in un luogo segreto e mai più ritrovato, tranne il cuore, ora sepolto nella chiesa del monastero. Nel 1946 fu indetto un referendum, con il cui risultato, fraudolento (venne palesemente manipolato dai sovietici) venne di fatto abolita la monarchia: Giovanna coi due figli fu costretta all'esilio. Andò dapprima in Egitto presso i genitori Vittorio Emanuele III ed Elena del Montenegro, e poi, dopo un netto rifiuto da parte dell'Italia repubblicana che non trovava "opportuno" ospitare la famiglia reale bulgara, nel 1950 il Caudillo Francisco Franco offrì loro asilo politico in Spagna. Giovanna ritornò per la prima volta in Bulgaria nel 1993, caduto il comunismo, venendo accolta con grande entusiasmo, per il cinquantenario della morte di suo marito Boris. Morì a Estoril il 26 febbraio 2000, ma volle essere sepolta in Italia, nel cimitero di Assisi, nella cappella dei frati. Il figlio Simeone, divenuto ormai cittadino spagnolo, si sposò il 20 gennaio 1962 a Losanna con l'aristocratica spagnola Margarita Gomez-Acerbo cugina del marito dell'Infanta Pilar, sorella del re Juan Carlos. La coppia ebbe cinque figli: Kardam (1962-2015), Kyril (1964), Kubrat (1965), Kostantin (1967), Kalina (1972). Con la caduta del comunismo in Bulgara, Simeone poté ritornare in patria nel 1996 dopo cinquant'anni di esilio. Quasi tutti i palazzi reali tornarono di sua proprietà, luoghi dove ancora oggi egli risiede con la moglie ed i figli. Nell'aprile 2001 Simeone fondò il NDSV (Movimento Nazionale Simeone Secondo), che vinse nello stesso anno le elezioni parlamentari con un programma elettorale che mirava a portare la Bulgaria sul piano europeo occidentale. Simeone divenne così il Primo Ministro della Bulgaria, il cui governo era di coalizione fra il NDSV e il DPS (Movimento per i Diritti e le Libertà), rappresentante la minoranza turca presente nel Paese. La Bulgaria entrò ufficialmente nella NATO il 29 marzo 2004. Nelle elezioni del 2005 il partito di Simeone arrivò secondo nelle votazioni e fu sostituito come primo ministro da Sergei Stanishev del Partito Socialista Bulgaro. Simeone rimase capo del partito fino al 2009.

 

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