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Incontro Trump e Re Carlo III: un'analisi simbolico-spirituale-geopolitica a freddo. I dettagli sono sempre preziosi

Un incontro storico di grande solennità e bellezza che dimostra la vitalità della Corona Britannica e l'acume di Trump

26 Settembre 2025

Incontro Trump e Re Carlo III: un'analisi simbolico-spirituale-geopolitica a freddo. I dettagli sono sempre preziosi

L'incontro tra il Presidente della prima potenza al mondo con il Re della monarchia più antica e prestigiosa al mondo non è mai un qualcosa di quotidiano o poco rilevante. Il recente summit Trump-Re Carlo poi rivela uno spessore e un'importanza storica particolare e unica che trapela anche da molti dettagli di valore simbolico, rituale e, anche, spirituale. Sì, perchè il potere quando si richiama alle proprie radici profonde esprime sempre tramite i propri linguaggi e i propri segni anche un'implicita spiritualità e una sua sacralità. Il valore dell'incontro è anche stato politico e geopolitico; dato non sufficientemente sottolineato dalla maggior parte degli analisti. In alcuni incontri sul "Vaso di Pandora" avevo evidenziato come il divaricarsi di alcune linee politiche tra Trump e il Governo inglese rappresentava una debolezza dell'Occidente che Trump doveva risolvere in fretta e così è avvenuto: la frattura tra Usa e Regno Unito ora è stata saldata dalla saggezza statunitense e dall'acume di Re Carlo III. Ma andiamo per gradi; analizziamo prima la ricchezza di alcuni preziosi dettagli del fastoso corteo britannico che ha celebrato Trump come fosse un re, anzi: un Imperatore! Non era mai successo infatti che un Re (inglese o meno) cedesse al proprio ospite il compito onorifico e rituale di passare in rassegna la propria guardia reale. Eppure è successo: abbiamo visto Carlo porsi in modo inedito dietro a Trump che è sfilato davanti a tutte le giubbe rosse con i loro colbacchi neri. Trump ama le ritualità militari, anche perchè appartengono alla sua biografia essendosi diplomato da giovane all'Accademia militare di New York. Ma non si è trattato solo di una speciale cortesia per un ospite super-speciale. Bello anche il corteo con i corazzieri a cavallo (che l'ltalia ha copiato, come ricordò un tempo grande amico del Regno Unito: Francesco Cossiga) e curiosa anche la comparsa dei gentiluomini reali (i "beefeaters") che prestano servizio alla Torre di Londra con le loro belle divise stile Tudor con al petto il segno della corona e la E di re Sant'Edoardo il Confessore. Magnifica la ripresa del grande torrione dell'imponente castello di Windsor, costruito da Enrico II il Plantegeneto, fondatore anche dell'abbazia di Westminster. Anche a me ragazzino di dodici anni fece molta impressione la colossalità di quella torre e di quelle mura quando, turista, le visitai. E sopra la grande torre (i Plantageneti vengono dagli Angioini, amano le torri circolari) ecco sventolare in un formato gigante il vessillo reale: i tre leoni passanti, già normanni (un tempo: leopardi), l'arpa dell'Irlanda e il Leone di Scozia, a ricordare i mille anni della stirpe reale britannica e la presenza del Re nel castello. Ma ci sono altri due dettagli che potrebbero darsi come significativi: l'abito giallo di Melania (colore dal possibile senso militare) e la presenza costante delle guardie reali scozzesi, già all'arrivo di Trump e fino all'esecuzione con le cornamuse del celebre "Pipes and drums" che ha accompagnato Trump dentro il castello. E' vero che Trump ama la Scozia, patria di sua madre e sede dei suoi amati campi da golf, ma potrebbe trattarsi (è una congettura, ovviamente) di un messaggio in codice relativo al Rito Scozzese della massoneria, molto forte negli Usa e ricco di elementi cavallereschi, mistici e tradizionalisti. Re Carlo III cioè potrebbe aver omaggiato la cresciuta importanza degli Usa di Trump tramite l'evocazione del richiamo al "Rito antico e accettato" che venne codificato nel 1786 a Berlino da Federico il grande re di Prussia e divenne un ordine mondiale nel 1801 negli Usa, a Charleston per poi, oggi, trovare sede a Washington. E cosa lega aggiuntivamente Trump alla Casa Reale inglese? Proprio la loro comune origine tedesca. I nonni di Trump erano tedeschi, parenti del celebre imprenditore Heinz (quello delle "salse") mentre i "Windsor" (nome inventato nel 1917 dal re inglese di allora) sono in realtà un'antica stirpe nobile tedesca che deriva dai potenti Langravi di Turingia, che parteciparono alle prime Crociate e furono anche mecenati di poeti-cavalieri come Wolfram Von Esembach. La Regina-Imperatrice Vittoria ad esempio era anche lei un Hannover-Brunswick per parte di padre e una Sassonia-Coburgo-Gotha per parte di madre. Doppiamente tedesca! Dal 1714 con re Giorgio I i re inglesi sono degli Hannover-Brunswick, duchi che gli Asburgo alla fine del XVII secolo elevarono al rango di "principi elettori del Sacro Romano Impero", cioè la massima nobiltà germanico-imperiale. La grande rinnovata intesa strategica tra Trump e re Carlo III è passata anche per i loro brevi ma intensi discorsi (più culturali e spirituali che bassamente politici) alla magnifica tavola del grande salone dei banchetti, ricco di armature, statue e quadri, quasi filmico con le sue 160 sedute. Re Carlo ha ricordato l'alleanza anglo-americana che ha vinto due guerre mondiali e Trump ha elogiato la cultura inglese citando anche l'importante filosofo Francesco Bacone, consigliere di Elisabetta I e inventore del lato esoterico-culturale della visione imperiale inglese con la sua "Nuova Atlantide". Di cosa avranno parlato i due Re a livello operativo? Penso di Canada e di Caucaso, dove Trump ha realizzato la pace tra azeri e armeni, preparatoria alla nuova grande via commerciale tra Baku e Ankara. Questo è un grande regalo anche al Regno Unito, da sempre sensibile all'area turco-caucasica che vogliono sottrarre all'influenza russa. Non a caso pochi giorni dopo Trump ha incontrato Erdogan definendo magnifico il loro incontro. Quando la grande politica parla anche con i simboli e quando una millenaria monarchia utilizza un incontro diplomatico anche per auto-rafforzarsi politicamente; alla faccia di un Premier inglese quasi sparito, debole e vacillante (contro il quale sono sfilati un milione di patrioti a Londra) e inquadrato solo per tre secondi nella cena di gala. Uno dei 160, non di più...

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