Giovedì, 23 Ottobre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Merano, per la prima volta Lumagica splende di notte nei Giardini Trauttmansdorff. E tutta la città brilla ad alto tasso seduttivo tra Belle Époque, arte, delikatessen

Pecore occhialute, personaggi da operetta, una torta un po’ stagionata, un portoncino a prova di ripensamenti…quante curiosità passeggiando per erker e laubenhaus

24 Ottobre 2024

Merano, per la prima volta Lumagica splende di notte nei Giardini Trauttmansdorff. E tutta la città brilla ad alto tasso seduttivo tra Belle Époque, arte, delikatessen

“Io da qui non vado più via”: forse disse così la bella imperatrice Sissi quando scoprì Merano nel 1870? Chissà. Ma di sicuro è quello che diciamo noi appena arrivati nella località prediletta da Elisabetta d’Austria, perché, come lei, ce ne innamoriamo con il botto. Soprattutto se la visitiamo in occasione di “Lumagica” dal 21/11/24 al 6/1/25 quando, per la prima volta dalla loro inaugurazione nel 2001, i Giardini di Castel Trauttmansdorff saranno aperti in inverno di sera e scintilleranno con oltre 300 installazioni luminose.

Nei sontuosi Giardini si precipita in pieno XIX secolo, quando l’avvenente consorte di Francesco Giuseppe abitò il maniero con la sua corte di 102 persone e Merano era la stazione climatica dell’aristocrazia asburgica, tutta un volteggiare di crinoline, uno schioccare di speroni, un echeggiare di “gnadige frau” e “gnadige fraulein”. E chi si stupirebbe vedendo per i viali il fantasma di Sissi? Nessuno. Nell’annesso museo conservano perfino i resti di una torta che lei assaggiò nel 1897! ed è immensa la suggestione di questi 12 ettari ad anfiteatro dove convivono cascate, piante esotiche e spazi poetici come “Il Giardino degli Innamorati”. Una cornice più che fiabesca per le sculture di “Lumagica”, tutte realizzate a mano, in perfetta armonia con le bellissime specie botaniche circostanti e valorizzate da raggi laser, effetti sonori e postazioni interattive dove si potrà ‘entrare’ e creare giochi di luce personalizzati.

Ma non si fermano di certo qui, gli assi di Merano: così frizzante e ammaliatrice, complici le golosità come il liquore “coffee cream venostano” e le varietà di pasta all’aglio orsino, al pino mugo, ai vini Lagrein o Gewurztraminer. Sopraffini i kaminwurzen, salumi affumicati di suino, camoscio, cervo e millnosser brillenschaf: la cosiddetta “pecora degli occhiali”, la razza ovina più antica della zona, rarissima e pregiata, con i bizzarri anelli neri intorno alle orbite. E nel centro storico le botteghe secolari fanno faville offrendo distillati di sambuco, fettuccine schuttelbrot a base di segale e spezie, salsicce handjager con zucchero e vino rosso. Molti gli eventi a tema, e il “Merano WineFestival” (8-12 novembre) è una vetrina d’eccezione per calici blasonati, ritrovo di raffinata eleganza nonché gotha dell’alta qualità in campo gastronomico.

Nell’aria fin de siècle non manca il sorprendente contrappunto del contemporaneo: dal “Kunst Merano Arte”, un’antica laubenhaus di Via dei Portici (casa porticata) che dà spazio a fotografia, architettura e design, al progetto “Public Art Map”, affascinante esposizione a cielo aperto tra ponti e piazze che consente di scoprire statue e dipinti all’avanguardia. Il passeggio è gaio, rivela angolini singolari - il campanile della Chiesa parrocchiale vanta la bellezza di sette orologi! tutti perfettamente sincronizzati con teutonica precisione, altrimenti ci sarebbe da impazzire… - e si sbizzarrisce tra caratteristici erker (balconcini finestrati), oreficerie, boutique e deliziosi ristorantini genere “Vedova allegra”: quasi ci si aspetterebbe d’incontrare il conte Danilo Danilowitsch e la bella Hanna Glawari che gorgheggiano “Tace il labbro/ t’amo dice il violin”.

Ah, e non perdetevi il Castello Principesco: espone arredi, armi, strumenti musicali, e il suo romanticismo potrebbe ispirare, perché no? un colpo di testa - infatti al piano terra vi si celebrano i matrimoni, e ogni anno un centinaio di coppie approfittano della ghiotta occasione e dicono “sì, lo voglio!”. Ma attenzione: nel suo portone è ritagliata una porticina stretta e angusta usata nel Medioevo per far entrare una persona alla volta, per motivi di sicurezza - dice la storia - o forse per impedire la fuga a qualche malcapitato fidanzato colto dal panico e inseguito dai suoceri inferociti - dicono le malelingue… 

Dulcis in fundo, le magnifiche Terme: immenso cubo di acciaio e vetro trasparente firmato dagli architetti berlinesi Baumann e Zillich, con lussuosi allestimenti di Matteo Thun e parco di 50.000 mq. La remise en forme è assicurata da 25 piscine fredde o calde e 26 sale di trattamenti di bellezza con pietre laviche e voluttuose creme all’uva, miele, stelle alpine. Se ne esce come nuovi. E a questo punto resta solo un rito obbligatorio, l’assaggio di birre mitiche: torbida Felsenkeller, Kronen amara e aromatica, Sixtus scura e caramellata. Dopo qualche boccale spumeggiante si avverte una forte propensione a ridere, a cantare e a trovare tutti simpatici. E sentirsi meranesi Doc è un attimo. Garantito.

Di Carla Di Domenico.

 

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x