11 Dicembre 2023
La principessa Diana d'Orléans fonte Instagram
Il suo matrimonio celebrato il 21 luglio del 1960 a Schloss Altshausen, nel sud-ovest della Germania, con il duca Carl di Württemberg riunì gran parte del Gotha internazionale: re, principi, principesse, arciduchesse ed ex regine. Un’autentica schiera di giovani e all’epoca ricchi aristocratici che si ritrovò per assistere al matrimonio più mondano del Dopoguerra. Diana d’Orléans andava in sposa al duca Carl di Württemberg, secondo figlio di Philipp Albrecht, duca di Württemberg e dell'arciduchessa Rosa d'Austria, principessa di Toscana. Il fratello maggiore, Ludwig, rinunciò ai diritti di successione e alla morte del padre, nel giugno 1975, Carl divenne capo del Casato del Württemberg. Alla vigilia del matrimonio, per un ballo, tra gli ospiti spiccavano l'allora principe Juan Carlos di Spagna, la principessa Maria Cristina di Savoia-Aosta, e gran parte delle teste coronate europee. Del resto la principessa era la figlia del pretende al trono francese, il Conte di Parigi, Henri d’Orléans e di Isabella di Braganza, figlia maggiore di Pietro d'Orléans-Braganza, principe di Grão Para, e di sua moglie la contessa Elisabetta Dobrzensky de Dobrzenicz. La futura consorte risplendeva con tiara e parure di rubini, mentre la futura suocera indossava la tiara di zaffiro del Württemberg; le sorelle anch’esse non sfiguravano certo con le tiare reali degli Orléans. La serata fu una celebrazione sontuosa dell'unione tra due delle più grandi famiglie del Vecchio Continente. La sposa, per matrimonio, era diventata duchessa di Württemberg, una delle grandi casate nobiliari europee. Non solo grande per lignaggio, ma anche per ricchezza. L'azienda della famiglia Württemberg gestiva migliaia di ettari di boschi, foreste, vigneti e allevamenti di bestiame, non solo in Germania ma in mezza Europa. Dal matrimonio con il duca, la principessa francese ha avuto quattro figli e due figlie e 16 nipoti. Carl, duca di Württemberg, è morto nel 2022 all'età di 85 anni. Gli sopravvive Diane, che oggi ha 83 anni. E un grande dolore da sopportare: l’imminente sfratto. Alla duchessa vedova di Württemberg è stato infatti chiesto di lasciare il castello dove ha vissuto per 48 anni, in modo che suo nipote, il duca Guglielmo, potesse gestire al meglio la proprietà di famiglia. "Pensavo di potermi godere della mia pace... ma la volontà di mio marito, il duca Carlo di Württemberg, si è rivelata particolarmente svantaggiosa per me. Ecco perché devo sopportare le ingiustizie della vita", ha lamentato la duchessa. La nobildonna sostiene che nessuno dei suoi cinque figli l'ha sostenuta per rimanere nel castello di Altshausen, la residenza ancestrale costruita dai duchi di Wurttenberg nel sud-ovest della Germania. Ma lei già da tempo si lamentava: "Per alcuni membri della mia famiglia, il denaro è il re. Sembra che a loro interessino poco i sentimenti di una vedova, o anche di una madre. Sono sicura che sappiano che non è giusto, ma non si muovono. "Mi sento come se stessi disturbando la loro esistenza”. A causa dello sfratto di Altshausen, che è stata la sua casa negli ultimi 48 anni, la duchessa Diana invierà le sue opere d'arte in un nuovo museo e quelle che non potrà installare in qualche deposito saranno vendute a beneficio dei bambini e degli anziani. I bene informati credono che la duchessa vada a vivere nell’isola spagnola di Palma di Maiorca, dove ha molti amici e dove la stessa famiglia reale spagnola trascorre le sue vacanze estive. "Vorrei solo avere un posticino li, con un studio dove incontrare artisti. E a volte tornare ad Altshausen”, ha detto con grande malinconia ricordando i fasti del passato. La vicenda della principessa d’Orléans ricorda quella della vedova del principe romano Nicolò Boncompagni Ludovisi, Rita Carpenter, ex modella texana che in terze nozze sposò, venti anni fa, il nobile romano morto nel 2018 e proprietario dell’Aurora in via Lombardia celebre per ospitare al suo interno "Giove, Nettuno e Plutone", unico affresco attribuito a Caravaggio, e oggetto della battaglia legale tra gli eredi di primo letto e la terza moglie del defunto principe. Battaglia legale che ha visto soccombere la principessa texana, sfrattata dalle Forze dell’Ordine per disposizione di una sentenza del tribunale di Roma a seguito della richiesta dei figli di primo letto del marito che vedevano lesi i propri diritti ereditari. La vicenda ha fatto il giro del mondo anche per la richiesta stratosferica richiesta dall’asta giudiziaria. Dai quasi 500 milioni di euro iniziali richiesti, la cifra nelle aste che si sono susseguite, è stata praticamente dimezzata, senza però avere nessun effetto, considerata pur sempre “esosa” dai possibili acquirenti. Ma ricostruiamo la vicenda. Villa Ludovisi - di cui il Casino dell'Aurora fa parte - fu costruita nel 1621 su commissione del cardinale Ludovico Ludovisi dopo l'acquisto del vecchio Palazzo Orsini e delle terre circostanti. Dopo il restauro di Domenichino e di André le Notre, il Cardinale riempì la villa di opere d'arte, più di 400 sculture e curatissimi giardini, attirando anche la visita di intellettuali quali Goethe e Schiller. Alla sua morte Villa Ludovisi passò più volte di mano in mano fino a quando gli eredi della famiglia Boncopagni Ludovisi, una volta proprietari dell’intero quartiere delimitato dalla odierna via Veneto, decisero di lottizzare i terreni a fine '800. Del parco di Villa Ludovisi, unico a salvarsi fu il Casino dell'Aurora e il Palazzo Grande (oggi sede dell'ambasciata USA in Italia). I problemi sono sorti nel 2018 quando a seguito della morte del Principe Boncompagni è nata una lite ereditaria tra i figli di primo letto del principe stesso e la terza moglie Rita. Per trovare una soluzione alla controversia familiare, nel gennaio 2022 il Casino dell'Aurora è stato messo per la prima volta all'asta, quotato da Alessandro Zuccari per la considerevole cifra di 471 milioni di euro. Tra il 2022 e il 2023 l'immobile è finito all'asta per ben sei volte - sulla piattaforma dedicata di Fallco Aste, connessa direttamente al portale delle vendite pubbliche del Ministero della Giustizia. Nonostante tutti i ribassi delle successive aste, nessun compratore si è fatto vivo. C’è chi sostiene che l’immobile debba tornare in mani pubbliche, e che quindi lo Stato si debba far carico dell’acquisto e del relativo mantenimento della villa e del prezioso affresco di Caravaggio, anche se in realtà l'Aurora è sempre stata in mani private. Lo Stato può esercitare diritto di prelazione solo in caso di vendita effettiva (entro 60 giorni dal perfezionamento del passaggio di proprietà e del pagamento, con un’offerta almeno pari a quella dell’acquirente). Ma secondo il quotidiano “La Repubblica”dovrebbe essere stato trovato un accordo extragiudiziale tra la principessa texana, che nel frattempo si è trasferita in un appartamento meno dispendioso della villa (dopo essere stata ospitata per alcuni mesi nella dimora di campagna di una nota principessa capitolina), e i tre figli del principe. Non sarà più dunque il tribunale di Roma a dover gestire la vendita, che invece avverrà tramite un mediatore privato. Chissà che a trasferirsi nella prestigiosa dimora romana non sia qualche principessa saudita che firmi senza difficoltà un assegno plurimilionario o la moglie di qualche ricco magnate asiatico in cerca di svago nella capitale della Dolce Vita.
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