16 Ottobre 2023
Dior - Paris Fashion Week - spring summer 2024
Più indossabile e per tutti i giorni, la moda parigina va a braccetto con la sartoria italiana e prende ispirazione dal tailoring maschile, riadattato per la donna.
Pezzi unici, immaginati per un’identità unisex che non è né maschile né femminile, escono dall’archivio di Forte_Forte nella collezione ‘Poem for a Guy’, destrutturati e ricomposti con cura manuale in ogni dettaglio bohémien dai fratelli Giada e Paolo Forte.
Il minimalismo è riletto dallo stilista JW Anderson nelle forme e negli insiemi della collezione Loewe, stravolti solo nelle proporzioni per permettere di personalizzare l’esercizio stilistico.
Il soprabito diventa una lunga mantella, oppure un trench, che Maria Grazia Chiuri per Christian Dior abbina a gonne lunghe, camicie monospalla, sottovesti ottocentesche o sensuali reti e velate trasparenze. Le fantasie hanno il fascino alchemico dei fiori e delle erbe officinali, degli animali fantastici e delle fasi lunari.
La giacca, la camicia, il pantalone e la tuta ricordano gli affascinanti piloti aviatori e gli avventurosi esploratori, da Saint Lorent adornati con maxi bijoux anni Ottanta.
Le righe si verticalizzano nei completi di Marni, mentre quelli di Dries Van Noten vengono profilati con bordi colorati e accompagnati da maglie in stile tennis decostruite.
Femminilità, sport e sartoria, la business woman francese predilige i giacconi utility portati su gonne di paillettes e camicie maschili oversize aperte su top e bikini fatti all’uncinetto.
Design e romanticismo sono scelti da Olivier Rousteing per caratterizzare la sfilata di Balmain, dove tutto è uno sbocciare mazzi di fiori, sopra i vestiti e sulle borse e scarpe scultoree di stagione.
Ricamati, dipinti, stampati oppure forgiati, i fiori appaiono i protagonisti anche da Givenchy, un immancabile decoro alla idea di eleganza moderna e disinvolta di Matthew M. Williams.
Si fa inaspettatamente sensuale il dialogo fra corpi e vestiti da Hermès che sfila i suoi look femminei immersi in una sorta di prateria.
Anche Gabriela Hearst, all’ultima sfilata alla guida di Chloè, enfatizza il fascino dei tempi passati, con maniche voluminose, dettagli cowboy e stampe floreali.
I decori sculturorei sono il dettaglio architettonico di Pierpaolo Piccioli da Valentino e di Daniel Roseberry per Maison Schiapparelli, impressi come bassorilievi su abiti, camicie, completi da sera e nei desiderabili accessori.
I tessuti plissettati, pressati, filati ad alta torsione o in strutture tubolari, animano il guardaroba ideale di Issey Miyake;il suo connazionale Yohji Yamamoto va in scena invece con una sfilata quasi interamente nera, sensuale, punk e austera.
Volumi stratificati ma leggeri e confortevoli, adatti a viaggiare, costituiscono le silhouette grafiche di Nicolas Ghesquière per Louis Vuitton.
Un realismo lussuoso condiviso dalla signora Miuccia Prada anche per l'etichetta Miu Miu,ribadendo la necessità attuale di creare abiti veri, indossabili, variegati in modo da soddisfare le varie applicazioni d’uso.
Chiude una proposta denim un po’ rude, ispirata ai lavori nei cantieri edili, con tanto di canotta bianca e magliette capovolte (come nel caso di Acne Studio) oppure impreziosito di strass e cristalli, secondo l’estetica rock di Stella McCartney.
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