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Bambini e pornografia, il peso di due anni di pandemia Covid sui più piccoli: l'appello di una madre

Incuriosita da alcuni articoli giornalistici americani riguardanti le ripercussioni che la pornografia online genera sul cervello dei giovani e esterrefatta dal crescente numero dei casi di violenza sulle donne anche in pieno giorno, casi di abusi da parte di persone prese dal raptus del consumo di sesso come a me prende quello di mangiare un pezzo di cioccolato, mi sono chiesta se non vi sia un nesso tra queste due nuove emergenze sociali.

24 Settembre 2022

Bambini e pornografia, il peso di due anni di pandemia Covid: le preoccupazioni di una madre

Donne, quando abbiamo smesso di essere principesse ?
Chi vi scrive e’ una donna di mezza età, figli grandi, eterna romantica nonostante i piedi per terra ed una vita vissuta intensamente.
Incuriosita da alcuni articoli giornalistici americani riguardanti le ripercussioni che la pornografia online genera sul cervello dei giovani e esterrefatta dal crescente numero dei casi di violenza sulle donne anche in pieno giorno, casi di abusi da parte di persone prese dal raptus del consumo di sesso come a me prende quello di mangiare un pezzo di cioccolato, mi sono chiesta se non vi sia un nesso tra queste due nuove emergenze sociali. Pochissimi, quasi inesistenti gli articoli italiani che affrontano l’argomento, molti quelli in lingua inglese che per fortuna conosco.
Senza pretendere di essere esperta vi elenco i problemi maggiormente riscontrati tra i giovanissimi, dai 10 anni in su, dopo qualche anno di isolamento in camera passati con una mano sul telefonino e l’altra su piselli e patatine (si questo problema colpisce anche le ragazze).
Ansia, rabbia, inadeguatezza, isolamento sociale, bullismo, sviluppo di dipendenza da internet poi fumo poi alcool, accettazione dell’ immorale come normalità da viversi pur di appartenere al gruppo, svogliatezza a scuola, mancanza di sviluppo della programmazione di obiettivi a medio e lungo termine, autolesionismo, anoressia, mancanza di empatia.

Sono quindi scesa in campo e ho cercato dei siti porno. Intanto non c’è niente da cercare, alla quarta lettera porn si apre un mondo ripugnante.
Senza richiesta di identità, in maniera del tutto anonima, entro in uno schifo che mi raggela il sangue. Incesti, animali, violenza, culi culi culi e bocche bocche bocche eccetera ….. Non serve dire a che servono. Tutto diviso per categorie, per età, per devianza e per razze, nemmeno un catalogo di vestiti online e’ così ben organizzato.
Tra un conato di vomito e senso di vergogna cerco di immaginare cosa possa piacere alle donne di cotanto schifo perché se così non fosse dovrei leggere di fiumi di donne in tutte le piazze del mondo a protestare contro questa forma di schiavitu che genera immense quantità di danaro, la pornografia online. Cerco articoli in italiano al riguardo, trovo un qualche tentativo da parte di un parlamentare di impedire l’accesso a questi siti se non dietro specifico consenso informato e dietro prova della maggiore età ma niente, la legge non passa …… non è democratica.
Alla parola democrazia mi si frantuma il fegato. Dicono che vietare non serve, che dobbiamo parlarne. Va bene, parliamone ma intanto il danno non è’ più un rischio ma un dato di fatto. E poi perché la televisione e’ obbligata a scrivere che un programma e’ riservato ad un pubblico di soli adulti e internet ne è’ esente ? I mezzi di controllo ci sarebbero ma internet e’ terra di nessuno. Ormai abbiamo il cervello talmente sciacquato da idee schifose che vietare ai bambini di accedere ai porn risulta anti democratico e per cosa ….. per i voti di quei giovani adulti indotti a perdere l’umiltà di voler imparare dai genitori, dai nonni, dalla storia, a favore di un tuffo nel mondo più dopaminico del piacere immediato senza regole ne leggi, senza fatica e, soprattutto, senza parere del partner? Per i voti di quanti inneggiano alla libertà di drogarsi, di fare ciò che si vuole del proprio corpo, della propria vita e di quella degli altri ?
Chi sono io per poter scrivere di questi argomenti, non sono medico, ne sociologo, ne statista ne tantomeno giornalista avvezza ad approfondire prima di scrivere. Sono semplicemente una mamma detronizzata, non conto più nulla e per utilizzare dei commenti dei miei figli, che spero non mi chiedano il copyright, sono “antica, stupida ed ignorante” visto che proprio non riesco ad adeguarmi alla velocità del cambiamento di usi e costumi ne tantomeno li comprendo; sono “schiava del potere” visto che parlo di lavoro come mezzo per nobilitarsi e per rendersi indipendenti; sono “donna”.
Sono devastata al pensiero che i miei figli possano associare me a quello schifo. Si forse sono un po’ esagerata ma trattasi di “trauma recente” e no, non sono una bacchettona all’antica.
Voglio indietro la mia dignità di donna, di bambina principessa del suo papa’, di mamma che ama i suoi figli dell’amore più puro e incondizionato, di sorella da proteggere dall’amico più malandrino. Donne ribelliamoci, se sin’ora non abbiamo affrontato il problema perché non ci colpiva direttamente ora abbiamo il dovere di farlo perché la realtà è lì, nelle nostre case dove ha colpito i nostri figli. Scendiamo in piazza. Il governo deve impedire il protrarsi di questa illegale e perversa libertà di azione a scapito delle generazioni future. I bambini sono ingenui e non è loro la colpa se anche solo 1 di loro per classe fara’ girare immagini oscene sulle chat generando tutte quelle emozioni negative che pagheremo tutti negli anni. Nel frattempo il pensiero primo ed ultimo della giornata è’ quello di farsi una manovella per 1 minuto di dopamina nel cervello. La controparte, sia essa maschio, femmina, animale, adulto o bambino, vista come schiava del sesso alla quale “piace ciò che fa sennò non lo farebbe”. AIUTO voglio scendere.

Di Anna Maria Smiraglia

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