26 Gennaio 2022
Fonte, Facebook: Kobe Bryan
Sono passati due anni da quando il campione Kobe Bryant, soprannominato Black Mamba, ci ha lasciati in un incidente aereo. Una leggenda del basket, passato alla storia per i suoi migliaia di canestri e la sua mentalità vincente. Il mondo dello sport non si è ancora abituato alla sua assenza, ma quello che Black Mamba ha lasciato, rimarrà per sempre nella storia dello sport.
Durante tutta la carriera, Kobe Bryant è stato accompagnato da un soprannome iconico, Black Mamba. La scelta del nome non è stata casuale, anzi, si rifà al film del 2004 di Quentin Tarantino, Kill Bill – Volume 2, in cui la protagonista, Beatrix, utilizza questo soprannome associando nella mente dei suoi avversari la sua figura con la pericolosità del black mamba, uno dei serpenti più letali al mondo.
Quando è uscita la pellicola di Quentin Tarantino, Kobe stava attraversando uno dei periodi più bui della sua vita. Era stato accusato di violenza sessuale nei confronti di una cameriera appena maggiorenne. Il campione confessò il rapporto sessuale, ma negò la violenza. La sua confessione verrà poi confermata dalla giuria che lo assolve in toto. Tuttavia, è stato evento drammatico, che Kobe decide di lasciare alle spalle in modo totalitario, a partire dal cambio numero di maglia, fino ad arrivare al cambio nome. Passò dall'8 al numero 24 e, ispirandosi alle vicende di Beatrix Kiddo, si auto assegnò il soprannome di uno dei serpenti più letali al mondo in cui il campione del basket si rispecchiava, diventando per tutti Black Mamba.
Il Black Mamba è il più lungo serpente velenoso del continente africano. Lungo 2,5 metri, il suo nome richiama la colorazione nera visibile all'interno della bocca. Quando a Kobe veniva chiesto perché si rispecchiava nel rettile, lui rispondeva così: "La lunghezza, il serpente, il morso, il colpo, il temperamento. Fammi vedere un po’. Si sono io. Sono proprio io." E, visto come giocava, era chiaro a tutti che il soprannome fosse quello giusto per lui.
Per Kobe Bryant, però, il black mamba non gli aveva regalato solo un soprannome, ma anche una mentalità vincente, abbracciata dal campione per tutta la sua carriera sportiva. Non a caso, “The Mamba Mentality” è per il titolo del suo libro, in cui Kobe racconta la storia della sua persona, del suo carattere e della mentalità che l’ha portato in cima alle classifiche. “È una forma mentis dove il fallimento non esiste. Dove se lavori abbastanza anche nei momenti in cui sei troppo stanco per farlo, non solo realizzi i tuoi sogni, ma farai accadere qualcosa di ancora più grande.”
Dalle pagine del libro, si possono ricavare 5 principi della Mamba Mentality: passione, attenzione ai dettagli, relentlessness, resilienza e nessuna paura. Principi estendibili anche nella vita di tutti i giorni, in cui per essere un vincente devi pensare come tale. Black Mamba aveva fatto diventare Kobe Bryant proprio questo: un campione, che il mondo dello sport piangerà per sempre.
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