03 Ottobre 2025
Il governo del Venezuela ha comunicato l'incursione "illegale" di caccia F-35 statunitensi in un'area sotto il controllo del traffico aereo venezuelano, condannando quella che ha definito una "posizione sconsiderata, avventuriera e guerrafondaia" da parte della "minaccia" americana.
La tensione tra il Paese di Nicolas Maduro e l'amministrazione Usa di Trump sta esplodendo. Dopo che, lo scorso 30 settembre, il leader venezuelano informava - tramite la vicepresidente Delcy Rodríguez - della "necessità" imminente di dichiarare lo stato di emergenza su tutto il Paese (mossa che permetterebbe a Maduro l'eccezionale accentramento dei poteri nelle sue mani), e dopo aver paventato a chiare lettere la formazione di un "esercito liberatore del Sud America", oggi il pretesto di un contrattacco si fa più concreto che mai. Secondo un documento pubblicato dal Ministero della Difesa e dal Ministero degli Affari Esteri venezuelani, gli Stati Uniti avrebbero volato, ieri 2 ottobre, sullo spazio aereo con F-35, in un'area sotto il controllo del Paese sudamericano. Un atto di "provocazione" che minaccia la sovranità nazionale" hanno comunicato i ministri Vladimir Padrino López e Jorge Arreaza specificando che gli aerei sarebbero stati rilevati "a 75 chilometri dalle nostre coste". Vale a dire - si badi - possibilmente all'interno della sua Zona economica esclusiva ma non nello spazio aereo sopra le sue acque territoriali. Un'accusa che si legherebbe a doppio filo alla notizia secondo cui gli Usa avrebbero inviato 10 aerei F-35 a Porto Rico - territorio statunitense nei Caraibi - col presunto obiettivo di avviare una più massiccia "conquista territoriale" dell'area. Momenti di escalation che seguono, a ruota, i tre precedenti attacchi aerei Usa su quattro imbarcazioni dichiarate appartenenti a membri del Cartello della droga.
"Detta manovra - si legge nel documento ufficiale del governo di Caracas - costituisce una provocazione che minaccia la sovranità nazionale e contravviene alle norme del diritto internazionale e alla Convenzione di Chicago sull'Aviazione Civile Internazionale". Tale "aggressione", si legge ancora, "mette a rischio la sicurezza delle operazioni dell'aviazione civile e commerciale nel Mar dei Caraibi". Quindi l'appello dell'esecutivo al capo del Pentagono, Pete Hegseth, affinché cessi quella che Caracas ha definito una "posizione sconsiderata, avventuriera e guerrafondaia" e la decisione di denunciare tale atto di "aggressione" alle Nazioni Unite. La notizia dell'avvistamento dei caccia statunitensi è stata ufficializzata anche da Bruno Rodriguez, ministro degli Esteri cubano, che in un post X ha scritto: "Denunciamo l'incursione illegale di aerei da combattimento statunitensi nella regione di informazione di volo del Venezuela. Avvisiamo che queste azioni costituiscono una minaccia alla pace, alla sicurezza e alle stabilità regionali. America Latina e i Caraibi sono Zone di Pace". Maduro, che punta il dito contro gli Usa definendoli una "minaccia" per la stabilità nazionale, è nell'occhio del ciclone perché accusato di capeggiare due gruppi criminali di contrabbando di droga: il Cartello dei Soli e il Tren de Aragua.
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