Mettiamola così: Napoli è sempre più una viva meraviglia. L’aura che promana, il brulicare di vita – e l’eccellenza che sa custodire – sono propri di una città che è stata ben più che capitale. È magnete. La città di Partenope è il volano di una natura speciale che attende di essere restituita alla sua scena. Anche a cominciare dagli antichi confini del suo felicissimo Regno dove le genti che vi abitano – nelle Calabrie, nelle Puglie, negli Abruzzi, e nella struggente Lucania , hanno saputo ravvivare un giacimento unico di arte, cultura e ingegno.
E se solo ci fosse un colpo di bacchetta, un atto di volontà politica, con la città di San Gennaro e di Giambattista Vico, tra un corso e un ricorso potrebbe tornare la civiltà delle Due Sicilie, fosse solo in forma di un doppio palcoscenico.
Introduce l’avvocato e diplomatico Gennaro Famiglietti, deus ex machina, dell’Istituto di Cultura Meridionale, che da 30 anni promuove cultura e ingegno a Napoli. Non ha etichette politiche, questa é la sua forza. Visto che la cultura senza politica non é politica mentre la cultura senza politica gode sempre di buona salute. Il parterre é reale e non solo la presenza di Beatrice di Borbone, Gigi Fiore presenta il suo ultimo libro: "Le Borboniche, Le Grandi Regine delle Due Sicilie”. Che si legge come un grande romanzo del romanticismo.
Regine, madri, consorti. Ascoltate consigliere. Otto ritratti sorprendenti per rileggere la storia del Regno dei Borbone. La prima fu Maria Amalia di Sassonia, figlia di Maria Giuseppa d'Austria e Augusto iii di Polonia. Sposa a 13 anni Carlo di Borbone per manovre squisitamente politiche, madre a 15. Di figli ne avrà 13. A partire da lei, saranno in tutto otto le donne che, accanto ai loro mariti-sovrani, segnarono i centoventisette anni del Regno delle Due Sicilie dal 1734 al 1861. Donne di caledoscopica personalità, l’ultima é stata Maria Sofia di Baviera, moglie di Francesco II di Borbone, che vide il crollo del regno. Capaci di influenzare le decisioni dei mariti, le consorti "borboniche" ebbero rilievo nelle trasformazioni del territorio e della società meridionale. Un ruolo troppo spesso trascurato. Gigi Di Fiore racconta le vicende del Regno attraverso sentimenti ed emozioni delle donne che ne furono protagoniste. “ "La Storia é sempre contemporanea “ ci ricorda la principessa Federica de Gregorio Cattaneo, incanta la sua lezione di borbonicità. E dà un punto di vista nuovo, in una prospettiva ricca e complessa: dall'Illuminismo alla Rivoluzione francese, attraverso la Restaurazione e l'Impero napoleonico, per arrivare infine alle passioni romantiche e ideologiche del Risorgimento italiano che avrebbe cancellato la monarchia borbonica, l'ultimo capitolo della luminosa storia dell’ Italia del Sud.
"Mettiamola così: facciamo nelle Due Sicilie, nel Mediterraneo, una fabbrica di cultura, pittura, arte. Come già fanno le regine borboniche”, conclude Federica. Applausi.
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