Di Lisa Parra
30 Aprile 2022
CORRISPONDENZE, l’incontro tra Guarneri e Parra
Il Castello Brown di Portofino ospita la bipersonale Corrispondenze, Riccardo Guarneri e Gioni David Parra, a cura di Alberto Dambruoso
Il maestro del colore Riccardo Guarneri dialoga con le BladeLight, lame di luce di Gioni David Parra, in una location ricca di storia e fascino, il Castello Brown, le cui origini risalgono al Medioevo quando i genovesi lo eressero, in posizione dominante sul mare a difesa di quel piccolo paradiso che è il golfo di Portofino. Dal 1961 è proprietà del Comune di Portofino che al suo interno ha favorito l’allestimento di mostre d’arte rimaste nella storia, dove tra i nomi più illustri figurano Arman, Afro, Capogrossi, Casorati, Dova, Festa, Gilardi, Manzoni, Mitoraj, Parmiggiani, Pomodoro, Rotella, Scanavino, Schifano, Vedova e molti altri; proposti e portati dal gallerista Daniele Crippa tra gli anni 70 e 90. La precedente mostra dell’estate 2021, dedicata a Elio Marchegiani, ha dato il via alla ripresa delle mostre al castello, con un calendario rilanciato dallo stesso Daniele Crippa.
Corrispondenze è un sentiero che guida l’osservatore verso la ricerca della luce, là dove si incontrano e dialogano i lavori dei due artisti, Riccardo Guarneri classe 1933 e Gioni David Parra classe 1962. La curatela è affidata allo storico dell’arte Alberto Dambruoso, già ispiratore dei Martedì critici. L’inaugurazione si terrà il 4 giugno alle ore 18:00.
Il lavoro di Guarneri si basa sul tentativo, magistralmente riuscito, di far emergere la luce del bianco. Si nota la lezione dei maestri Zen nei suoi quadri, dove le matite e gli acquarelli tracciano segni profondamente meditati che mostrano leggerezza ed eterea trasparenza negli strati di colore talvolta sovrapposti. Negli anni ’60 i suoi quadri appaiono quasi privi di colore, basati sulle scale cromatiche dei grigi e delle tonalità terrose, influenzati dal segno primitivo di Cy Twombly e dalle atmosfere nordiche tanto apprezzate durante i suoi viaggi. Dalla grafite e dai colori cupi, nel corso degli anni, Guarneri lavorando con l’acrilico e l’acquarello arriva a far emergere con più forza il colore dalle sue forme geometriche che vanno a disperdersi non rispettando mai le loro convenzionali strutture. I suoi quadri sprigionano una forza centrifuga, dove le figure non si concentreranno mai nel centro della tela ma si propagano e sembrano uscire dal quadro vibrando di luce ed energia. Osservando bene si possono notare delle lame di luce bidimensionali che si sfiorano, si toccano o si discostano tra loro, stabilendo il collegamento con le lame di luce tridimensionali di Parra. Nei bianchi di Guarneri emergono gli stessi riferimenti di Parra ai Maestri del 400-500 toscano, come Simone Martini, Masaccio e Piero della Francesca.
Il lavoro di Parra si basa sull’incontro tra luce e materia tutto giocato su seduttivi accostamenti di forme. Per comprendere il suo linguaggio si deve infatti, risalire alla classicità dove i decorativi fondi oro toscani e la nobile grandezza e monumentalità del marmo viene riletta dall’artista in una chiave completamente nuova. Nascono così lame di granito o di marmo che vanno a disporsi come abili attori teatrali su di un palcoscenico di tessuto o di pittura monocroma, che talvolta viene delimitato da antiche cornici per suggellare nuovamente l’incontro e la continuità tra l’antico e il contemporaneo. Ma su tali composizioni appaiono delle fratture, ecco che interviene la foglia d’oro come leggero risarcimento di un’imprevista ferita. Questa poetica ripercorre tutte le varianti della sua ricerca tra cui i NoCube, i MatterConceptual, i MatterMusic, le Sculture’s frames, le Stone Textures, i Booklight ecc. visibili in questa esposizione.
Insomma, una mostra da non perdere per chi è alla ricerca di nutrimento per gli occhi e per lo spirito.
Lisa Parra
Riccardo Guarneri, Gioni David Parra
Corrispondenze
Dal 4 giugno all’11 luglio
Castello Brown, Portofino
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