01 Agosto 2025
El Porteño (letteralmente “del porto”, così si chiamano gli abitanti di Buenos Aires) non si è mai sentito a suo agio come a Porto Cervo, una delle marine più esclusive del Mediterraneo. Siamo alla Promenade du Port, davanti al Molo Vecchio pullulante di yacht lussuosi. E’ iniziata qui, su una terrazza sospesa con vista che si infuoca al tramonto, la seconda stagione del Porteño, ristorante icona di quell’Argentina raffinata e avvolgente che ha già conquistato il pubblico di Milano e Roma con i suoi 7 locali e ora punta ai clienti di tutto il mondo con il ristorante numero 8 in Costa Smeralda.
Per gli habitué della catena, l’atmosfera entrando è la stessa: calda, internazionale e intrigante. Prevalgono i toni scuri, i drappeggi delle tende, le sedute con i grandi cuscini a righe color rosso carminio, l’elegante bancone bar. Ma qualcosa è cambiato nel menu e nella drink list curati dall’executive chef del gruppo Matteo Torretta e dal bar manager Alessio Gulino, con la supervisione dei titolari del Porteño, i fratelli argentini Alejandro e Sebastian Bernardez. Il risultato è un menu che conserva l’anima argentina ma la trasforma in una narrazione che abbraccia anche i sentori mediterranei.
Restano i piatti che i clienti amano – il polpo, il salmone, le empanadas, i sapori decisi e autentici – ma quest’anno la proposta di carni, oltre ai signature Asado de Tira e Vacìo, si è arricchita dei tagli argentini di Kobe e Wagyu selezionati con cura maniacale. Entra anche il Sashimi di fassona nella versione Pato con il foie gras o Porteño marinato con soia, arancia e senape di Digione. E poi c’è la novità: sua maestà il Burger Porteño. "Per noi l’hamburger è una cosa seria – spiega lo chef Matteo Torretta - usiamo tre tagli selezionati (asado, controfiletto ed entraña) per ottenere un macinato perfetto, avvolto da un pane soffice fatto in casa. Dentro, una maionese al chimichurri (la salsa verde argentina a base di erbe e spezie), fonduta di provola, uovo all’occhio di bue e insalata croccante. Non mancano ovviamente le patate, davvero speciali, passate nel parmigiano e nel tartufo nero".
Novità anche nella drink list, intensa e profumata. Una selezione di cocktail pensati non per l’aperitivo mordi e fuggi ma come inizio ed estensione naturale della cena. “E’ un racconto liquido che attraversa le Americhe e abbraccia la Sardegna con ingredienti che parlano del territorio: miele sardo, pane carasau, spezie e agrumi” racconta il bar manager Alessio Gulino. Non solo dunque una carta da bar ma una mappa sensoriale con sette cocktail alcolici e due analcolici per chi vuole vivere un’esperienza dal pre-dinner all’after-dinner passando per la cena. Al Porteño si può infatti cenare anche con i cocktail. Ogni abbinamento è studiato, pensato e calibrato per valorizzare i piatti.“Il Porteño è un luogo da vivere lentamente, sorso dopo sorso, piatto dopo piatto" osserva Sebastian Bernardez supervisore dell’intero progetto.
La filosofia del Porteño
Mangiare al Porteño non è una semplice cena fuori casa. È varcare una soglia che ti porta dall’altra parte dell’Oceano, in un vibrante barrio di Buenos Aires dove il profumo della carne alla brace si mescola al suono di una milonga malinconica nella luce calda di un vecchio film argentino. L’idea è nata dal desiderio di Alejandro e Sebastian Bernardez - due fratelli argentini trapiantati in Italia - di ricreare qui la loro Argentina del cuore. Quella vera, fatta di tradizioni familiari, fuochi accesi, lunghe cene condivise e la tipica ospitalità che ti fa sentire a casa. Il primo ristorante El Porteño apre nel 2010 a Milano con l’ambizione semplice ma potente di portare in Italia non solo il sapore ma anche lo spirito argentino. E lo fa con eleganza, senza eccessi folkloristici e con grande rispetto per l’identità culturale del Paese sudamericano.
La cucina è il cuore pulsante del progetto. La carne – vera protagonista – arriva direttamente dall’Argentina, selezionata con cura. La griglia, la famosa parrilla, lavora lenta e paziente, come nella tradizione criolla. I tagli sono quelli classici: bife de chorizo, ojo de bife, asado, vacìo, serviti con il chimichurri fresco, patate rustiche, verdure alla brace. Ma c’è spazio anche per un altro classico della gastronomia argentina: le empanadas fragranti, la provoleta fusa, i dessert al dulce de leche tra cui la crepe caramellata e marchiata a caldo con il ferro direttamente al tavolo.
I ristoranti El Porteño si distinguono per gli ambienti eleganti e curati nei minimi dettagli: legno scuro, specchi, luci calde, fotografie in bianco e nero, qualche oggetto vintage. Ogni sala è pensata per far sentire il cliente non ospite ma parte di qualcosa di intimo e autentico. Nei locali della linea Prohibido la serata si anima con musica dal vivo o spettacoli di tango evocando le milonghe dove il tempo sembra essersi fermato. Anche i cocktail raccontano storie: ogni drink è un omaggio alla creatività argentina con un tocco internazionale e la carta dei vini celebra ovviamente il rosso Malbec oltre a numerose etichette italiane selezionate. Oggi El Porteño è presente a Milano e Roma con diverse sedi, ognuna con un’identità distinta ma con la stessa anima. E il viaggio continua: nuove aperture e nuovi progetti sono in programma anche fuori dall’Italia, in Spagna e in Francia.
Dorrego Company fondata nel 1995 da Alejandro e Sebastian Bernardez insieme a Fabio Acampora crea e sviluppa concept di ristorazione e format innovativi per l’ospitalità. El Porteño, Flores Cócteles, Living Milano e Pisco sono alcuni dei loro brand di maggior successo. La passione, la ricerca costante della qualità, la valorizzazione delle professionalità e la volontà di innovare ogni giorno sono i pilastri della Dorrego Company.
www.elporteno.it
www.dorregocompany.com
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