01 Ottobre 2020
Bandiera britannica (foto Pixabay)
La Commissione europea ha inviato al Regno Unito una lettera di costituzione in mora per la violazione degli obblighi ai sensi dell'accordo di recesso. Inizia così un processo formale di infrazione contro il Regno Unito, come riporta l'Agi. L'azione legale riguarda la proposta di legge sul mercato interno presentata dal governo di Boris Johnson il 9 settembre che, se adottato, "violerebbe in modo flagrante il protocollo sull'Irlanda-Irlanda del Nord, in quanto consentirebbe alle autorità britanniche di ignorare l'effetto giuridico del Disposizioni sostanziali del protocollo ai sensi dell'accordo di recesso".
L'adozione del disegno di legge costituirebbe un ostacolo l'attuazione dell'accordo di recesso. La Commissione ha dunque avviato oggi una procedura di infrazione in linea con le disposizioni dell'accordo di recesso, continua l'esecutivo europeo. Il Regno Unito ha un mese di tempo per presentare le proprie osservazioni, rispondendo alla lettera. Dopo aver esaminato queste osservazioni, o nel caso in cui non dovessero essere presentate, la Commissione potrebbe, se lo ritiene opportuno, decidere di emettere un parere motivato.
"L'articolo 5 dell'accordo di recesso - precisa Bruxelles - stabilisce che l'Unione europea e il Regno Unito devono adottare tutte le misure appropriate per garantire l'adempimento degli obblighi derivanti dall'accordo di recesso e che devono astenersi da qualsiasi misura che possa compromettere il raggiungimento di tali obiettivi. Entrambe le parti sono vincolate dall'obbligo di cooperare in buona fede nell'esecuzione dei compiti derivanti dall'accordo di recesso".
"Rappresentanti del governo britannico - aggiunge Bruxelles - hanno riconosciuto questa violazione, affermando che il suo scopo era quello di consentirgli di discostarsi in modo permanente dagli obblighi derivanti dal Protocollo. Il governo britannico non è riuscito a ritirare le parti controverse del disegno di legge, nonostante le richieste dell'Unione europea. Il Regno Unito ha violato il proprio obbligo di agire in buona fede, come stabilito nell'articolo 5 dell'accordo di recesso".
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