09 Giugno 2020
E' in corso dalle 7 di questa mattina in tutti i siti italiani di ArcelorMittal lo sciopero dei lavoratori diretti e dell'appalto, indetto da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm e dall’Usb, per protestare contro il nuovo piano industriale che prevede oltre 3mila esuberi e il mancato rientro in servizio dei 1.600 lavoratori rimasti in capo all'Ilva in As. Sono stati diversi i momenti di tensione a Taranto, davanti alla direzione dello stabilimento. Sono state strappate da parte di alcuni lavoratori delle bandiere sindacali messe al presidio in corso davanti alla fabbrica. Si è acceso uno scontro verbale tra operai, tra chi è da novembre 2018 in cassa integrazione con Ilva in amministrazione straordinaria, perché non assunto da ArcelorMittal e adesso, col nuovo piano industriale, non ha più alcuna prospettiva di rientrare al lavoro, e chi, invece, dipendente ArcelorMittal, è finito di in cassa integrazione da marzo.
Fim, Fiom e Uilm hanno indetto lo sciopero per 24 ore, l'Usb per 48 ore. La mobilitazione è stata indetta nel giorno dell'incontro in videoconferenza tra il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e le organizzazioni sindacali e i commissari straordinari Ilva, a cui parteciperanno anche i ministri Gualtieri e Catalfo.
Secondo l'Usb, "non si può assolutamente discutere con chi chiede risorse pubbliche per spadroneggiare a Taranto", bisogna "allontanare questa multinazionale. Il futuro di Taranto passa attraverso un accordo di programma".
Fim, Fiom e Uilm hanno elaborato, durante il consiglio di fabbrica avvenuto ieri, una piattaforma di richieste al governo, fra le quali il no ai licenziamenti, la ripresa di manutenzioni, impianti attualmente fermi, attività del piano ambientale, introduzione della Valutazione di impatto sanitario preventivo, la legge speciale per Taranto. Domani un nuovo consiglio di fabbrica straordinario deciderà eventuali altre forme di mobilitazione.
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