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Genovese (Unipol): "Il governo italiano ha trasferito il rischio dal bilancio statale a un sistema assicurativo privato, creando discontinuità"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Stefano Genovese, Head of Institutional & Public Affairs di Unipol Assicurazioni: "Bisogna creare un ecosistema della sicurezza ambientale, territoriale che coinvolge tutti gli attori, dalla Protezione civile ai Comuni, coloro che si occupano di pianificazione urbanistica"

14 Ottobre 2025

Stefano Genovese, Head of Institutional & Public Affairs di Unipol Assicurazioni, in occasione del Natural Risk Forum, è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.

Quali sono le principali evidenze emerse dalle attività di Natural Risk Forum?

"Le evidenze sono quelle dettate da una grande novità e discontinuità. Le assicurazioni per le catastrofi naturali sono sempre esistite, sono connaturate al mestiere di assicuratore e di riassicuratore, a livello mondiale c'è una grandissima esperienza e letteratura. Ma la discontinuità è data dal fatto che quest'anno il governo italiano ha deciso con la propria legge di bilancio di trasferire il rischio che prima gravava implicitamente sul bilancio statale, su un sistema assicurativo privato su base contrattuale; infatti, è stato introdotto un obbligo per le imprese di assicurarsi contro i rischi catastrofali e contemporaneamente è stato indotto un obbligo sulle compagnie assicurative ad assicurare le imprese che lo richiedono. Questo induce un cambio di paradigma veramente radicale: sul settore assicurativo si sposta la responsabilità di assicurare la ripartenza delle economie locali dei territori impattati da una catastrofe naturale. Le compagnie assicurative non possono supportare questo onere da sole. Bisogna creare un ecosistema della sicurezza ambientale, territoriale che coinvolge tutti gli attori, dalla Protezione civile ai Comuni, le autorità di bacino, le comunità montane, tutti quelli che fanno programmazione e pianificazione urbanistica e orientarla anche alle esigenze della sicurezza da catastrofi naturali".

Quali innovazioni - tecnologiche o di policy - ritiene cruciali per affrontare il crescente impatto dei rischi naturali?

"Le tecnologie stanno pervadendo tutti i settori della nostra vita, anche nel monitoraggio della meteorologia, del clima, dei sismi. La sensoristica ha fatto dei progressi enormi. Oggi abbiamo ascoltato l'ISPRA su come le loro nuove tecnologie, i sensori diffusi, stiano aiutando le previsioni e a anticipare fenomeni in in arrivo. Abbiamo fede che la tecnologia ci farà fare dei passi da gigante enormi. Quello che noi persone fisiche, non device tecnologici, dobbiamo fare è dare una policy, una governance non frammentata come quella di oggi. L'intervento del Ministro per la Protezione civile è stato particolarmente illuminante, non esiste un ministero unico di riferimento a cui far capo. Molti possiedono competenze diverse, e si corre il rischio di creare una sorta di confusione, soprattutto in relazione a eventi che hanno un impatto rapido, intenso e diretto sulle popolazioni, le quali necessitano di risposte tempestive".

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