04 Ottobre 2025
Fondazione FS Italiane, in collaborazione con FS Treni Turistici Italiani ha aperto al pubblico il Deposito Officina Rotabili Storici di Viale Monza a Milano. Quattro giornate, dal 2 al 5 ottobre 2025, in cui i cancelli del DORS si aprono e offrono l’opportunità di vivere un’esperienza immersiva in quelle che Luigi Cantamessa chiama “le quinte della struttura ferroviaria”. Il deposito conserva locomotive, automotrici, vetture che hanno contributo a scrivere la storia dei trasporti in Italia. Sono esposti rotabili iconici, così come sarà possibile salire a bordo delle Ale601, appena restaurate.
Il Giornale d’Italia ha intervistato Luigi Cantamessa, Direttore Generale della Fondazione FS Italiane e Amministratore Delegato di FS Treni Turistici Italiani.
Ci racconta di come nasce l'iniziativa e di come è strutturata?
"Due giorni anzi quattro perché partiamo da giovedì fino a domenica 2 per le scuole e 2 per il pubblico più ampio, aprono i cancelli le antiche officine chiamate Squadra Rialzo di Milano centrale. La sala reale è in continua evoluzione con un restauro che è iniziato questa estate e si concluderà solo il prossimo anno, si mostra ancora più bella. Abbiamo creato quindi un polo tra la sala reale e le antiche officine che sarà collegato con delle automotrici fiat ferroviaria degli anni ’70 chiamate 668, insomma in un momento in cui le ferrovie davvero si stanno rinnovando con enormi lavori in tutta la rete noi vogliamo aprire il dietro le quinte a tuti per capire la fragilità di un sistema ferroviario ingegneristicamente complicato come quello nostro italiano, unire e riunire sotto il fascino della bellezza del treno tutte le generazioni, dai più giovani agli anziani, pensionati ferrovieri e pendolari, chi utilizza ogni giorno il treno perché siamo convinti che la cultura ferroviaria sia l’ingrediente migliore per creare domani il viaggiatore consapevole del treno e su che cosa viaggia".
Che valore culturale ha il treno nel nostro paese?
"Nella cultura italiana sarebbe impossibile scindere la storia delle ferrovie dalla storia del paese, e dal 1839 che i binari vengono posati lungo la penisola. Siamo un caso in cui il binario nasce prima dell’unità dello Stato. Nel 1861 in Italia c’erano poche migliaia di chilometri, da lì ad oggi è stata una ragnatela di binari ad unire regioni, province, addirittura dai vialetti che neanche si comprendevano. È lo sviluppo economico, la siderurgia di stato, i grandi trafori, a quello che ha unito l’Italia con l’Europa senza il treno, senza i porti con i binari, senza i trafori, senza i ponti e gallerie che per la prima volta nella storia hanno abbattuto il problema della velocità. Dai 5 km h della diligenza cavalli ai 50 e poi 100 km del treno è stata la più grande rivoluzione della storia dell’uomo, che va raccontata oggi che abbiamo la fortuna di viaggiare a 300 km&h".
Come è strutturato il progetto?
"Noi oggi non facciamo solo una mostra statica, mostriamo i treni che sono il turismo ferroviario del presente, mostrare le ALe601, i primi treni da 200km/h rapidissimi che avevano la prima e la seconda classe, caso unico del boom economico dove si viaggiava solo in prima classe nei viaggi ad alta velocità. Facciamo rivivere un modo di viaggiare che è testimonianza nel presente. Salire a bordo di questi treni porta un carico di significato, è il modo più sostenibile di fare turismo, lo si fa in alto e in bassa stagione, nelle grandi città e nei piccoli bordi. Ecco perché la fondazione Ferrovie dello Stato dopo 12 anni di attività ininterrotta e devo dire con grandi risultati è riuscita a creare un’impresa ferroviaria turistica, treni turistici italiani, il ritorno della vettura ristoranti, si torna a viaggiare un po’ più lentamente, ma molto più comodamente".
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