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Conti (E.On Italia): "Siamo un gruppo con circa 1 milione di clienti e 20 progetti di autoconsumo, l'obiettivo una transizione energetica flessibile"

All’Italian Energy Summit 2025, l’AD di E.On Italia evidenzia l’impegno per una transizione inclusiva: fotovoltaico e comunità energetiche come leve per abbattere le bollette, stabilizzare i costi e coinvolgere oltre 75 configurazioni di autoconsumo in Italia.

03 Ottobre 2025

In occasione dell'Italian Energy Summit 2025 è stato intervistato l'Amministratore Delegato di E.On Italia, Luca Conti. E.On è un gruppo internazionale con sede in Germania e in Italia che propone soluzioni energetica a più di 1.000.000 di clienti. Sul palco dell'Energy Summit l'ad ha parlato di transizione inclusiva, flessibilità e comunità energetiche

Continuiamo la nostra riflessione sulle rinnovabili sulla transizione. Quale è il rapporto con l'utente finale e quanto è importante tenere conto dell'aspetto sociale in questa trasformazione a cui va incontro tutto il sistema energetico?

Parlare di transizione inclusiva per noi è fondamentale perché c'è una transizione ovviamente energetica che è stata presentata per tanti anni in una maniera puramente energetica e questo non ha aiutato a comprendere quale fosse la grande valenza di questa opportunità. Probabilmente anche alcuni meccanismi come penso al ben noto superbonus hanno creato una concezione per la quale fosse ci fossero denari a pioggia per ristrutturare le proprie abitazioni, ma non è così. Parlare di transizione inclusiva significa trovare la giusta ricaduta sociale e l'equilibrio tra quelli che sono due temi fondamentali: il potersi permettere il costo delle bollette e la sostenibilità. Dal nostro punto di vista è essenziale continuare, nonostante la contrazione, ad esempio, degli incentivi sul residenziale, continuare a credere nella proposta ai clienti, alle imprese, ad esempio di una soluzione quale il fotovoltaico, che permette di raggiungere non una semplice affordability, una riduzione delle bollette di breve termine come può essere con un decreto bollette, ma ottimizzare quello che è la spesa nel corso degli anni stabilizzandola e a rendendola anche prevedibile a beneficio di imprese famiglie e quant'altro; questa è la nostra convinzione. Perciò lavoriamo assolutamente per abilitare questo tipo di discorso posizionandoci proprio come coloro che gestiscono il processo e aiutano i clienti. Poi chiaramente partecipiamo attivamente alle valutazioni e alle iniziative a sostegno di quella parte della popolazione delle imprese che magari ha più difficoltà. Penso a strumenti quali il reddito energetico, i bandi regionali. Crediamo che possa esserci una reintroduzione selettiva per certe fasce di popolazione, ad esempio di un meccanismo di cessione del credito e riteniamo anche che per le imprese, in primis, l'accesso al credito debba essere facilitato per fare investimenti green e sostenibili. Se ne è parlato tantissime volte, si può fare qualcosa di più

Esistono dei meccanismi nuovi come il  Fer-x e  il Max. Come vedete questo tipo di strumenti, quanto possono incidere sulla transizione e anche sui prezzi?

Innanzitutto, è un bene che ci siano state le aste del Fer-x, questo è molto positivo e abbiamo ovviamente partecipato. Il pensiero è che si deve far meglio ed è possibile farlo, anche se il processo è stato estremamente lungo complesso e anche con dei cambiamenti in corso d'opera. Quindi da una parte molto bene che ci siano dei meccanismi che permettano di stabilizzare i prezzi di dare una definizione sicura a questo a questo meccanismo. Dall'altra devono essere anche tutelati i rientri dagli investimenti con regole e meccanismi stabili. Per quanto riguarda il Fer-x è stato fatto molto e siamo convinti che sia molto importante anche per l'assegnazione di questi 8 gigawatt sul fotovoltaico più i due di eolico. Siamo parimenti convinti che una maggiore consistenza dall'inizio al termine di quello che è lo scenario normativo e regolatorio possa essere utile per tutelare l'investimento. Sul Max siamo assolutamente molto favorevoli. È fondamentale avere dei meccanismi per gestire un sistema che in quanto tale è meno schedulabile, meno prevedibile con tanta elettrificazione. Quindi avere le possibilità di accumulare e redistribuire anche in una logica di flessibilità è assolutamente importante nuovamente con regole stabili e tutela dell'investimento

Che cosa è effettivamente la flessibilità?

La flessibilità è dal cliente residenziale al grande impianto fotovoltaico abbinato ad una grande batteria. Il fotovoltaico è estremamente prevedibile con un buon livello di approssimazione se diciamo quante ore di sole ci saranno l'anno prossimo. Ma è molto difficile sapere esattamente cosa succederà il primo di ottobre alle 03:30 del pomeriggio. Quindi è importante avere dei meccanismi di flessibilità per utilizzare, appunto, l'energia in maniera flessibile scambiandola sfruttando la digitalizzazione e gli smart meter, perché è di tutte e di tutta l’Italia questo perché giustamente si è citato il grande impianto fotovoltaico con la batteria, ma è anche la partecipazione dei piccoli sistemi di accumulo residenziali a quello che è il meccanismo della flessibilità. È la definizione di algoritmi intelligenti attraverso cui è possibile identificare quali sono le ore migliori per caricare la vettura elettrica al prezzo più basso durante la notte, quando magari non ci sono altri picchi. Ma è anche la grande aspettativa che abbiamo, ad esempio su meccanismi di vehicle to grid con le auto elettriche, che possono diventare dei punti fermi per la stabilizzazione del sistema, prendendo energia e restituendola quando c'è bisogno. Faccio un esempio veramente banale si arriva a casa con la batteria dell'auto ragionevolmente piena, con un meccanismo di vehicle to grid, la si rimette in rete nelle ore di picco della prima parte della serata e poi si ricarica l'auto di notte pronta per essere utilizzata la mattina dopo

Chi gestisce tutti questi servizi energetici ormai non può più fare a meno di considerare anche la flessibilità nel paradigma complessivo?

Se vogliamo una forte elettrificazione avremo bisogno di sistemi di accumulo e di gestire la flessibilità in maniera intelligente

Siete un gruppo internazionale quale è la situazione dell'Italia rispetto agli altri Paesi?

Noi siamo un grande gruppo tedesco in Italia quindi abbiamo  una chiara vista sui due Paesi col prezzo dell'energia più alto in Italia per la dipendenza dal gas. Scorso anno 45% del mix energetico gas 63% dei prezzi marginali fatti dal gas. Le rinnovabili stanno crescendo, ma si potrebbe andare più velocemente. Dispiace quando si vede che non si riesce a fare l'obiettivo dei 9/10 gigawatt all'anno di rinnovabili e constatare, ad esempio, che fotovoltaico residenziale, anno su anno, ha fatto segnare un - 30% in Italia. Però qualcosa sta cambiando e devo dire che abbiamo dei meccanismi di energy sharing e una attenzione alla flessibilità molto molto interessante in Italia. Comunità energetica, autoconsumo collettivo sono primi piloti sulla flessibilità e sono tutte cose di cui possiamo essere orgogliosi. In Germania la situazione è simili anche lì i prezzi sono alti, c'è meno gas, ma c'è più carbone, c'è meno presenza magari di fotovoltaico, ma c'è tanto eolico. Comunque sia, l'esposizione al prezzo è molto rilevante. Altri Paesi hanno altre sfide: la Francia, ad esempio, sta sfruttando molto bene, al di là di qualche picco quando c'è altissima domanda, i temi di raffreddamento e la presenza sul nucleare, la Spagna è stata molto avanzata sulle rinnovabili sappiamo però che  la sfida del sistema spagnolo è più sulla Rete, perché per quanto siano stati molto bravi a rimettere sul sistema in 8 ore, ci sono state comunque 8 ore di blackout. Inoltre, i ritorni sugli investimenti nelle rinnovabili non possono andare all'infinito, il sistema quindi deve essere giustamente mixato e bilanciato. In Italia quali possono essere le sfide aumentare in maniera intelligente e programmatica le rinnovabili fare sistema e come si diceva prima aumentare gli strumenti di flessibilità

Le comunità energetiche sono un fronte su cui siete stati anche impegnati in Italia. Si stanno diffondendo, ma con una certa difficoltà. Come valutate lo strumento e che prospettive vedete nel nostro Paese?

Siamo molto ottimisti perché il concetto di energy sharing, di condivisione dell'energia, sta procedendo bene dal punto di vista culturale, quindi se ne parla di più. È parimenti vero che l'autoconsumo collettivo, con 75 richieste di auto consumi collettivi, di cui più di venti già in funzione all'interno del mondo condominiale, è andato molto forte, un pochino più difficile la comunità energetica nel mondo del business. Ne abbiamo una su cui stiamo facendo un pilota molto interessante, contiamo anche di scalarla, però la regolamentazione è più complessa. Interessanti anche le comunità energetiche nazionali con un beneficio per i clienti residenziali; è stato molto importante definire il meccanismo delle comunità energetiche nazionali e poi le configurazioni locali aiutando progressivamente l'adozione. Noi abbiamo una partnership importante che ci sta dando soddisfazione anche su questo fronte e i cittadini ci credono

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