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Manetti (Intermonte): "Private banking motore di crescita: famiglie e banche riducono gli investimenti, servono incentivi e cultura finanziaria"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Guglielmo Manetti, Amministratore Delegato di Intermonte: "Con incentivi fiscali e nuova cultura finanziaria il private banking può crescere ancora, mentre il Fondo nazionale strategico è atteso per rilanciare IPO e Small Cap"

29 Settembre 2025

Guglielmo Manetti, Amministratore Delegato di Intermonte, in occasione dell'evento, organizzato da AIPB in collaborazione con Intermonte e il Politecnico di Milano “Private Banking: il ruolo del risparmio privato per la crescita del Paese” è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.

Quali sono le principali evidenze emerse dalla ricerca che avete presentato oggi?

"La ricerca che abbiamo presentato oggi in collaborazione con il Politecnico di Milano e AIPB evidenzia come negli ultimi cinque anni per quanto riguarda gli investimenti in economia reale sul mercato italiano ci sia stato un graduale disimpegno da parte delle famiglie e in generale anche degli intermediari, in particolare le banche che hanno diminuito lo stock di prestiti. Allo stesso tempo, invece, il settore del private banking ha dato e continua a dare un contributo estremamente rilevante alla crescita del segmento dell'economia reale."

In che modo crede che le istituzioni e il private banking debbano collaborare per crescere?

"Il private banking gestisce tipicamente patrimoni di taglia più elevata con un orizzonte di lungo periodo. Io credo che, come avviene in altre regolamentazioni, qualunque incentivo possa essere dato dal legislatore per favorire la permanenza di lungo periodo, anche con incentivi fiscali piccoli, possa sicuramente andare nella direzione giusta. Per il resto, per quanto riguarda la creazione di prodotti o di strutture di investimento, il settore ha già dimostrato di essere ragionevolmente vivace e quindi da questo punto di vista mi preoccupo meno. Però sicuramente tutto quello che aiuta uno spostamento della cultura finanziaria degli italiani, che sono focalizzati quasi esclusivamente sul debito pubblico, a investire anche sul mercato azionario che negli anni ha storicamente dato dei ritorni molto superiori sarebbe sicuramente un'ottima notizia."

Cosa vorrebbe poterci dire nel 2026?

"Mi piacerebbe vedere innanzitutto la partenza del fondo pubblico privato di CDP, il Fondo nazionale strategico che è atteso per la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo, che possa portare dei frutti significativi per quanto riguarda una ripartenza del mercato degli IPO e in generale dell'investimento nelle Small Cap medio piccole. Questo secondo noi è fondamentale per fare ripartire quel circolo virtuoso che permetta alle aziende private di vedere guardare alla Borsa come a uno strumento di raccolta del mercato dei capitali. Quindi mi piacerebbe tra un anno tornare a raccontare che finalmente dopo tre anni consecutivi di calo il numero delle quotazioni possa essere superiore rispetto a quelle delle uscite dalla Borsa."

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