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Mazzoncini (A2A): "Gli operatori energetici oggi sono al centro della strategia europea per l’autonomia energetica"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A: "Fino a 500.000 appartamenti a Milano potrebbero essere scaldati con il calore di recupero dei data center"

24 Settembre 2025

Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A, in occasione  della tavola rotonda “L’Italia dell’energia che cambia: dialogo tra istituzioni e operatori sul futuro dell’energia”, organizzata da EP Produzione per celebrare i primi 10 anni di attività in Italia, è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.

È cambiato il ruolo degli operatori energetici nell'ultimo decennio?

"Il ruolo degli operatori energetici è sempre stato fondamentale, anche in passato. Lo sviluppo industriale dell’Italia, dal dopoguerra a oggi, è stato accompagnato proprio dagli operatori del settore energetico.

Negli ultimi anni, in particolare negli ultimi quattro o cinque, il tema è diventato di grande attualità, anche per via del contesto geopolitico molto complesso. Dopo l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, la questione dell’autonomia strategica del nostro Paese, e più in generale dell’Europa, è diventata centrale. E l’autonomia strategica passa inevitabilmente attraverso l’autonomia energetica.

Per questo, oggi più che mai, gli operatori energetici sono al centro della strategia europea."

"Un altro tema rilevante riguarda i data center, che a livello globale stanno occupando circa l’1% della capacità elettrica installata, ma che arriveranno al 4%. Può sembrare poco, ma si tratta di una media: in alcune aree geografiche il dato è molto più alto. A Dublino, ad esempio, i data center consumano già il 21% dell’energia disponibile.

In Italia, aree come la Lombardia saranno particolarmente impattate. Diventerà quindi fondamentale trovare un equilibrio tra l’energia consumata e quella che possiamo recuperare.

Un esempio interessante arriva da alcune esperienze del Nord Europa, come Helsinki, dove si recupera il calore generato dai data center. Circa metà dell’energia consumata serve a far funzionare i chip, e l’altra metà serve per raffreddarli. Se si utilizza un sistema di raffreddamento ad acqua, questo calore può essere recuperato e immesso nelle reti di teleriscaldamento, contribuendo così alla decarbonizzazione del riscaldamento urbano.

Per esempio, a Milano, si stima che fino a 500.000 appartamenti potrebbero essere riscaldati con il calore di recupero dei data center. Questo renderebbe più sostenibili sia i data center stessi sia la città nel suo complesso.

La produzione di energia elettrica da gas ha due principali fattori di costo: il prezzo del gas e l’efficienza degli impianti che lo trasformano in energia elettrica.

Il GNL (gas naturale liquefatto) è molto più costoso rispetto al gas trasportato via pipeline, perché per liquefarlo occorrono grandi quantità di energia, e vanno considerati anche i costi di trasporto via nave e rigassificazione. Tutto questo raddoppia praticamente il costo del gas stesso.

Quindi, oggi, non è tanto il gas a costare di più, quanto il modo in cui viene trasportato. È una fonte che resterà inevitabilmente più cara per i prossimi anni. Per questo, è fondamentale agire sul secondo punto: l’efficienza delle centrali.

La buona notizia è che l’Italia ha già avviato un piano di conversione degli impianti, anche per evitare rischi di blackout. Questo piano, coordinato da Terna e dal MASE, si chiama Capacity Market. Sono già in costruzione nuove centrali che garantiranno maggiore resilienza al sistema.

Per dare un’idea della portata, la nuova capacità in costruzione è pari all’intera capacità nucleare della Spagna. Queste nuove centrali, oltre a garantire resilienza, potranno anche sostenere l’aumento dei consumi, per esempio legato proprio ai data center, e avranno un’efficienza altissima: si passa dal 30% degli impianti dismessi al 62% delle nuove centrali, il che significa dimezzare il prezzo dell’energia prodotta."

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