17 Settembre 2025
Giovanni Malagò, Presidente della Fondazione Milano Cortina 2026, in occasione della Conferenza stampa della Coordination Commission di Milano Cortina 2026 ha dichiarato:
Lei ha detto che se ci dovesse essere un deficit della Fondazione sarà il pubblico a pagare. In qualche modo è la prova che la Fondazione è assimilabile a un organismo di diritto pubblico?
"È nello Statuto non c'è ombra di dubbio. Non c'è dubbio che ci sono delle garanzie da parte degli enti locali, però io faccio parte di un'Italia e soprattutto di tante persone che riconoscono che le cose si stanno facendo tra 1000 complicazioni."
Il bilancio della Fondazione si è chiuso nel 2024 con 150 milioni di euro di deficit patrimoniale e grazie al decreto sport è stata istituita per la prima volta questa figura di commissario delle Paralimpiadi che di fatto prenderà 112 milioni di euro di costi che quindi non saranno sostenuti dalla Fondazione e garantirà alla Fondazione ricavi per 192 milioni per servizi di più fungibili. È questo l'escamotage trovato dal governo per salvare i conti della Fondazione?
"Tutto mi si può dire eccetto che io posso avere la responsabilità di un atto politico del governo e non aggiungo altro. Sulla prima parte penso che facilmente si comprenda che quando c'è un comitato organizzatore di un grande evento sportivo se dura per anni è automatico che il bilancio chiuda in perdita, perché si hanno solo costi senza ricavi."
Qual è il vostro spirito per questo Olimpiadi?
"Oggi si è parlato molto dello spirito. Ci sarà lo spirito italiano, la fantasia, l'innovazione, la cultura, la tradizione, la passione. Abbiamo parlato tanto di passione, dobbiamo comunicarlo nel modo migliore possibile."
Non c'è timore che il fatto che le Olimpiadi siano dislocate in più location possa fuorviare?
"No, non c'è nessun timore perché è una caratteristica con la quale siamo nati. Mi sono inventato questa formula che è stata necessità virtù, non avevamo altre alternative. Chi arriva dopo di noi, la Francia nel 2030, praticamente adotta lo stesso modello: tutta la parte del ghiaccio dell'indoor viene fatto nella parte sud della Francia, Costa Azzurra, Nizza e poi la zona French Alps, che forse è anche più lontano di certi nostri posti."
Come crede che reagirà il popolo italiano?
"Fino ad ora benissimo, perché tutti i sondaggi sul livello di positività dicono che il gradimento è alto e poi ci sono ricadute occupazionali sul territorio, stiamo parlando soprattutto di molti giovani. Poi secondo la biglietteria ad oggi siamo oltre i 2/3 di biglietti venduti, mancano ancora 150 giorni mi sembra un buon traguardo."
Cosa significa organizzare un Olimpiade pensando ad una situazione geopolitica mondiale così difficile?
"Significa che bisogna vivere la realtà giorno dopo giorno. Il mondo olimpico è passato per momenti in cui le Olimpiadi non si sono svolte perché ci sono state guerre mondiali, sono state spostate di un anno per una pandemia. Insomma, fa parte anche questo delle dinamiche che hanno caratterizzato soprattutto lo scorso secolo, però certo fa riflettere non c'è dubbio però bisogna anche sopravvivere e superare queste complessità."
Il CIO ha respinto la richiesta da parte del premier spagnolo di escludere Israele nelle competizioni ribadendo che sia Israele che Palestina rispettano i principi della Carta olimpica.
"Il CIO è individuale, non ho il ruolo di rispondere, però c'è un esecutivo che tratta questo tema che comincia da domani. Poi c'è ovviamente una dinamica assembleare che comporta anche ruoli di responsabilità diversi. C'è da fare secondo me un distinguo tra chi ha responsabilità politiche, quindi un Governo in questo caso, e quelle che sono le dinamiche del rispetto della carta olimpica; non stiamo parlando dei Governi di quei Paesi, ma stiamo parlando dei comitati olimpici. Va ricordato che da moltissimi anni Israele e Palestina sono già riconosciuti come due Stati avendo due comitati olimpici che rispettano la compliance della Carta olimpica."
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