26 Agosto 2025
Pierluigi Di Palma, Presidente di ENAC, in occasione del Meeting di Rimini 2025"Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi", è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
Qual è oggi il contributo dell'aviazione civile alla visione dell'Italia come hub del Mediterraneo?
"Credo che sia un percorso molto importante. Ho avuto il privilegio, un paio d’anni fa, di parlare davanti a Papa Francesco e raccontare l’idea di un trasporto aereo come ponte immateriale tra culture diverse. Questo tipo di trasporto può aiutare a superare anche le diffidenze tra i popoli.
Noi svolgiamo un ruolo fondamentale nel Mediterraneo. La policy adottata da ENAC sta già dando risultati strategici significativi: tra questi, la riapertura delle rotte con la Libia, un passo importante per facilitare la ripresa e il superamento delle difficoltà interne che il popolo libico sta affrontando.
Il 4 settembre prossimo andremo con una delegazione di imprenditori a Bengasi per supportare il governo della Tripolitania, e in particolare lo sviluppo dell’aeroporto di Bengasi come hub del Nord Africa. È un progetto ambizioso, ma molto concreto.
Stiamo lavorando anche con altri Paesi: Sierra Leone, Kuwait, Libano, Giordania. L’aviazione civile, stabilendo rapporti amichevoli, crea sinergie anche dove esistono distanze diplomatiche. Proprio come lo sport, è capace di avvicinare i popoli. E questo è un ruolo che può svolgere in modo davvero determinante."
Quali interventi infrastrutturali e tecnologici sono prioritari per rendere il sistema aeroportuale italiano più competitivo e sostenibile?
"Il sistema aeroportuale italiano è già, di per sé, competitivo. La policy adottata dal nostro Paese, soprattutto durante il periodo Covid, è stata vincente. Credo che siamo l’unico Paese ad aver superato i livelli di traffico pre-pandemia.
Questo è stato possibile grazie a interventi di tipo keynesiano adottati dal Governo, che hanno permesso di tenere in piedi il sistema anche nei momenti di maggiore difficoltà, senza disperdere le risorse, in particolare i lavoratori, che rappresentano il vero patrimonio del trasporto aereo.
Mantenere questa forza lavoro è stato fondamentale, serve tempo e formazione per garantire i presidi aeroportuali, che sono anche presidi di sicurezza. Inoltre, abbiamo mantenuto alta la fidelizzazione dei viaggiatori.
Questo approccio ha favorito anche il turismo interno. Penso, ad esempio, alla Sicilia, che tanti italiani hanno scoperto e a cui sono rimasti legati. Oggi viviamo un momento di forte crescita, paradossalmente, uno dei problemi è proprio una "crisi di crescita", ma siamo riusciti a gestirla. Lo scorso anno abbiamo avuto difficoltà con il traffico estivo, quest’anno molte meno, grazie a interventi mirati.
Ovviamente, permangono alcune criticità. Il sistema del trasporto aereo è globale, e molti disservizi derivano da problemi di presidio, soprattutto all’estero. Alcuni sono legati al contesto geopolitico, come la guerra in Ucraina, che interdice il traffico aereo su un’area significativa dell’Europa centrale."
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia