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Colotta (Ital Communications): "Italiani più vicini all'IA; importante agire sulla alfabetizzazione digitale"

Domenico Colotta, Presidente di Assocomunicatori e Founder di Ital Communications ha dichiarato: "L'IA può aiutare anche il fact cecking per scovare le fake news; bisogna sempre avere spirito critico e informarsi da fonti diverse"

16 Luglio 2025

Domenico Colotta, Presidente di Assocomunicatori e Founder di Ital Communications, in occasione della presentazione del "Quinto Rapporto Ital Communications - IISFA. L'intelligenza artificiale in Italia. Come sta cambiando la nostra società" è stato intervistato da Il Giornale d'Italia. 

"Dal 5º rapporto Ital Communications-IISFA, in collaborazione con l'Istituto Piepoli, esce una sorta di avvicinamento degli italiani all'intelligenza artificiale. C'è più fiducia, più ottimismo, anche se, dichiarano, (rispetto all'anno scorso il dato è simile) di conoscerne ancora poco. Circa il 50% dichiara che conosce bene l'intelligenza artificiale, ma l'interesse è in aumento. Ne concepiscono comunque i rischi, magari quelli legati alla privacy piuttosto che alle fake news, piuttosto che alla perdita di posti di lavoro. Per questo è importante agire sull'alfabetizzazione digitale, cosa che in Italia e in Europa, nel mondo occidentale è un po' lenta, mentre la Cina già dal prossimo anno scolastico prevede l'insegnamento dell'intelligenza artificiale sin dal grado più basso di istruzione, proprio come materia. Tutti dobbiamo agire in questo settore e per fare questo è necessaria la collaborazione tra famiglie, istituzioni, media, anche imprese private, affinché tutti siano accompagnati nel sapere. Gli italiani dimostrano anche una sorta di familiarità nei confronti dell'intelligenza artificiale generativa. Rispetto allo scorso anno ci sono meno lodi, meno critiche. Quindi, come direbbero i ragazzi, "meno wow, ma anche meno oddio". Gli italiani la stanno prendendo per quella che è, ovverosia come una tecnologia potente, utile per la produttività, avvertendone i rischi e i limiti, in special modo per la creatività.

Lei ha parlato del timore della perdita di lavoro nella storia del lavoro e l'innovazione ha sempre fatto perdere alcuni lavori e inventati altri.

"Nel breve periodo si può prevedere una diminuzione forse di posti di lavoro, però nel lungo periodo poi, come tutte le tecnologie e lo è stato sin dalla prima rivoluzione industriale, si creano posti di lavoro. Almeno è questa la speranza di tutti noi. Anche perché c'è un aspetto importante di carattere etico: l'intelligenza artificiale non potrà mai procedere da sola. C'è bisogno sempre del controllo umano, deve essere umanocentrica. Solo così saranno rispettati tutti i principi etici richiesti nel mondo del lavoro, nell'economia, nell'agire umano."

E invece i comunicatori che ruolo hanno nell'uso etico dell'intelligenza artificiale?

"I comunicatori, noi, le agenzie di comunicazione innanzitutto nella produzione di informazione devono verificare strettamente le fonti, verificare le fonti attraverso anche un'opera di fact checking, come si faceva una volta. Oggi il fact checking può essere fatto dall'intelligenza artificiale. È vero che l'intelligenza artificiale può creare fake news, ma l'intelligenza artificiale può essere utile anche per scovarle. Dall'altro lato, chi riceve informazioni, chi si informa, deve agire in due modi: con spirito critico e verificare una notizia ponendosi la domanda "Magari sarà davvero vero?" e poi nella sua dieta mediatica informarsi da più fonti diversi. Solo in questo modo si può arginare la disinformazione delle fake news."

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