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Porro (La Ripartenza): "Io in politica? Mi arresterebbero il giorno dopo"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Nicola Porro ideatore e conduttore de La Ripartenza, in corso l'11 e 12 luglio al Petruzzelli di Bari, a margine della prima giornata

11 Luglio 2025

Il Giornale d'Italia ha intervistato Nicola Porro ideatore e conduttore de La Ripartenza, giunta all'ottava edizione e in corso l'11 e 12 luglio al Petruzzelli di Bari, a margine della prima giornata di lavori.

Sappiamo che siamo ripartiti, ma dove stiamo andando?

"Noi dobbiamo andare pensando che in questo Paese è necessario avere più imprese e più persone che abbiano voglia di fare. E lo Stato deve fare di meno, deve fare meglio.

Siamo in un Paese straordinario, siamo in una città straordinaria, lasciateci liberi di fare quello che vogliamo".

Cosa c'è che non funziona?

"Domani (il 12 luglio) qui ci sarà uno stupendo startupper di Foggia, che ha un accordo con l'Università di Foggia: in qualsiasi altro Paese del mondo avrebbe già ricevuto finanziamenti, avrebbe forse anche potuto sbagliare perché queste sono le start up. In questo Paese sta ancora là che cerca che cosa fare.

Un signore che arriva da Taiwan e si laurea in ingegneria all'Università di Houston, che non è l'università più importante del mondo, ha fatto un'azienda che vale più del PIL francese che si chiama Nvidia: cos'è? Noi siamo meno, siamo più scemi, siamo meno bravi degli altri? No, non è così.

Noi pensiamo di rischiare poco e di essere meno liberi degli altri. Questo è il segreto, secondo me.

E La Ripartenza nasce da questo: la ripartenza non finisce mai. Perché non c'è un Paese che è arrivato. Non esiste un Paese che è arrivato. Non c'è una persona che è arrivata. Chi arriva? Arriva un cretino, che pensa 'sono arrivato'. Nessuno è arrivato.

Quindi noi dobbiamo ripartire ogni giorno".

Un commento sulla destra in Puglia

"Non sono molto al corrente di quello che succede in Puglia nella destra, sono solo al corrente che qualcuno mi ha detto che io mi dovrei candidare a fare politica: faccio male il mio mestiere, si figuri lei se mi metto a fare politica. Sarei arrestato il giorno dopo e probabilmente non mi voterebbero manco i miei genitori che si sono trasferiti dalla Puglia a Roma".

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