04 Luglio 2025
Simone Bini Smaghi, Vice Direttore Generale di Arca Fondi, in occasione della presentazione di Grande da morire, il nuovo libro di Sylvie Goulard sull’identità e il futuro dell’Unione Europea è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
Quali riforme istituzionali servono oggi per rafforzare l'Eurozona in un clima attraversato da crisi geopolitiche?
"Sicuramente un punto cruciale è quello della unanimità, cioè il voto unanime su tantissimi aspetti ancora oggi è bloccante per lo sviluppo e una maggiore integrazione. Viene riportato molto spesso giustamente e quindi deve essere superato, bisogna rinunciare all'unanimità per poter fare dei passi avanti importanti in una maggiore integrazione."
Che ruolo può giocare il sistema finanziario europeo in ambito di integrazione e sostenibilità e quale può essere il ruolo di Arca Fondi in questo senso?
"Il sistema finanziario riveste un ruolo fondamentale sotto molti punti di vista. Tra i provvedimenti che la Commissione Europea sta promuovendo, particolare rilievo assumono quelli relativi ai fondi pensione e agli investimenti di medio-lungo termine. Lo sviluppo della previdenza complementare rappresenta quindi un tema centrale a livello europeo, che la Commissione porta avanti con determinazione anche con l’obiettivo di sostenere la crescita economica e convogliare maggiori risorse verso l’economia reale. Questi due ambiti – la previdenza complementare e il finanziamento dell’economia reale – sono strettamente interconnessi. Il programma della Commissione, guidato da Ursula von der Leyen, sta procedendo in questa direzione con decisione, anche in virtù del sostegno espresso in merito sia dal rapporto Draghi sia dal rapporto Letta. In questo contesto, Arca Fondi intende svolgere in Italia un ruolo di primo piano, sia nello sviluppo della previdenza complementare – a favore di lavoratori dipendenti e autonomi – sia nel sostegno all’economia reale, ambito nel quale è già oggi un attore protagonista."
In che modo, secondo lei, si può ricostruire il consenso nell'Europa in un'epoca segnata dal ritorno dei nazionalismi?
"Certo, assistiamo al ritorno dei nazionalismi, ma ritengo ci sia anche una chiara consapevolezza che nessuno Stato, da solo, sia in grado di affrontare efficacemente le sfide che ci attendono – così come quelle già in corso, promosse anche dall’amministrazione americana. Basti pensare al tema dei dazi, alla necessità di aumentare gli investimenti nel settore della difesa, alla transizione verso la sostenibilità, o ancora alla competizione sulla nuova frontiera tecnologica: tutti ambiti che richiedono una risposta coordinata e condivisa. Per questo, è fondamentale che gli Stati europei uniscano le forze, coinvolgano maggiormente le nuove generazioni e sappiano trasmettere entusiasmo per un progetto europeo che guardi al futuro, affrontando con coraggio queste nuove sfide."
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