04 Giugno 2025
Damiano Gulli, Curatore della mostra "Sempre, Ovunque. 211 anni di storia dei Carabinieri tra arte, cinema e società", promossa da Comune di Milano e Arma dei Carabinieri, e organizzata da Palazzo Reale e Triennale Milano, è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
Qual è stato il criterio guida nella scelta e nella selezione delle opere per raccontare i 211 anni dell'Arma dei Carabinieri?
"La mostra, che celebra i 211 anni della presenza dell'Arma dei Carabinieri a Milano, è stata progettata e sviluppata proprio a stretto contatto con L'Arma stessa e abbiamo individuato un percorso diviso in sezioni che ci permette di organizzare per nuclei tematici, per suggestioni, per narrazioni possibili, diversi oggetti che vanno dai materiali di archivio alle divise, fino a opere d'arte e opere filmiche che testimonino, documentano le trasformazioni anche del nostro Paese da un punto di vista politico, sociale, di costume, economico e che si ritrovano proprio nel fatto che gli artisti o i registi abbiano identificato nella figura del carabiniere delle figure interessanti da poter narrare attraverso il dramma, attraverso la commedia, attraverso il loro eroismo nell'essere presenti nella città e nel paese."
Come si è evoluta nel tempo l'immagine dei Carabinieri nella rappresentazione artistica? Che lettura avete voluto offrire oggi con questa mostra?
"La rappresentazione del carabiniere parte da quelle che sono le scene della quotidianità, dell'essere in servizio, dell'essere presenti e in dialogo con la città. Poi nel tempo si ritrova anche un'attenzione che passa da quella che è la restituzione del ruolo e della funzione in servizio, per soffermarsi sul dettaglio, per trasmettere anche le sfumature dell'anima. Quindi nel percorso si troveranno delle grandi scene, come anche dei ritratti più intimi, più preziosi, con dei close up e degli avvicinamenti che ci fanno vedere non solo la divisa e il ruolo all'interno dello spazio, ma anche il volto, quindi parlare del volto vuol dire anche l'anima e quindi l'umanità del carabiniere."
Ci sono numerose rappresentazioni all'interno di questa mostra: crede che ci sia una rappresentazione centrale per comprendere il senso di questo percorso espositivo?
"Diverse sono le opere, ad esempio al ritratto del carabiniere a cavallo di Salvatore Fiume, che ci fa vedere proprio il carabiniere con i cavalli, dei mezzi che lo accompagnano quotidianamente e che sono associati al suo servizio, fino ad arrivare alle interpretazioni contemporanee molto interessanti perché poetiche, che si aprono all'onirico, all'ironico di maestri come Sandro Chia, Francesco Clemente o Mimmo Paladino, che destrutturano anche l'immaginario consolidato e applicano la propria interpretazione contaminandolo, attraversando i tempi e gli stili, quindi facendoci guardare alla figura del carabiniere da un punto di vista altro."
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