17 Maggio 2025
Il Giornale d'Italia ha intervistato Gregorio De Felice, Head of Research e Chief Economist di Intesa Sanpaolo oltre che Presidente del Consiglio di Sorveglianza della Fondazione R&I - Ricerca & Imprenditorialità per il periodo corrente, a margine della due giorni organizzata a Sorrento da Thea - The European House Ambrosetti su "Verso Sud - La strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo".
"Abbiamo una situazione con segnali importanti di distensione da parte del presidente Trump. La sospensione dei dazi molto alti anche per la Cina è un segnale importante: dal 145% al 30%. Rimane comunque una situazione ancora di incertezza che caratterizza i mercati, i flussi commerciali. Quindi, in un contesto come questo, bisogna allargare per quanto riguarda l'Europa e più nello specifico l'Italia e il Mezzogiorno le relazioni economiche e le relazioni politiche e credo che il Medio Oriente e il Nord Africa, quindi tutto il mondo del Mediterraneo allargato, possa rappresentare un'opportunità molto forte".
"Questi Paesi hanno una forte crescita demografica, cosa che noi non abbiamo in Europa, e un tasso di disoccupazione molto alto, quindi a loro conviene avere maggiori opportunità di sviluppo legate all'energia e non soltanto e a noi italiani europei conviene trovare delle formule win win, in cui vincono tutti, per evitare dei flussi migratori che potrebbero essere di milioni e milioni di persone.
L'energia è un'occasione importante. Oltre all'energia c'è tutto il mondo della costruzione di impianti eolici, di pannelli solari e c'è il grande ruolo dei porti.
Dobbiamo quindi passare da una relazione che riguarda il fossile dal punto di vista energetico a una che va a occupare il tema delle rinnovabili e tutto quello che ci sta attorno".
"Difficile che un presidente possa avere solo un gesto istintivo. Nei primi 100 giorni io penso che Trump abbia voluto guadagnare qualche posizione sul tavolo della negoziazione. Poi però si è reso conto che la guerra commerciale rischiava di diventare anche una guerra finanziaria, con le vendite sul dollaro e sui titoli di Stato americani, visto che il debito americano è pari a 36mila miliardi di dollari un rialzo dei tassi, obiettivamente, ha un impatto molto forte. E poi Trump sta cominciando a pensare alle elezioni di midterm del novembre 2026, con un consenso che abbiamo visto in calo inizialmente, e quindi questo penso che in maniera molto razionale lo abbia spinto alla negoziazione a limitare i toni così aggressivi.
Speriamo che questa sospensione possa portare ad una conclusione positiva sia per gli Stati Uniti ma soprattutto per noi, per la Cina e per il resto del mondo".
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