16 Aprile 2025
Simone Bini Smaghi, Vice Direttore Generale di Arca Fondi SGR, in occasione del Salone del Risparmio 2025, è stato intervistato da Il Giornale d’Italia
Cosa rappresenta per voi il Salone del Risparmio e quali sono le tematiche più urgenti da affrontare nel contesto attuale?
“Il Salone del Risparmio è un appuntamento di grande rilevanza per l’intera industria del risparmio gestito, e quindi anche per Arca, che è tra i principali operatori del settore in Italia. È un’occasione preziosa di confronto, arricchita da un ampio programma di conferenze. Da oltre dieci anni, Arca dedica uno di questi incontri al tema della previdenza complementare, in collaborazione con Itinerari Previdenziali, presentando il rapporto annuale sullo stato del welfare e della previdenza in Italia.
Per noi, si tratta di un tema cruciale, tanto per il sistema Paese quanto per le future generazioni. In un contesto segnato da denatalità, carenza di giovani nel mercato del lavoro e squilibri demografici crescenti, il numero dei pensionati supererà presto quello dei lavoratori attivi, mettendo sotto pressione la sostenibilità del sistema pubblico. La previdenza complementare diventa quindi una risorsa indispensabile. Tutti dovrebbero aderirvi, soprattutto i giovani. È anche una sfida di educazione finanziaria: se solo un lavoratore su tre ha aderito a una forma integrativa, è evidente che esiste un gap formativo importante. Dobbiamo colmarlo, soprattutto tra i più giovani, con iniziative mirate a diffondere consapevolezza e cultura finanziaria in tutte le fasce della popolazione.”
Come accompagnate i vostri clienti in un contesto in cui l’incertezza domina e la prudenza convive con la ricerca di rendimento?
“Oggi più che mai è fondamentale abituarsi alla volatilità dei mercati. L’esperienza degli ultimi 25-30 anni dimostra che ogni shock esterno, per quanto significativo, ha generato delle correzioni temporanee seguite da fasi di recupero. I mercati trovano nuovi equilibri e riprendono a crescere, così come fanno le economie, che pur attraversando momenti di arresto, mantengono nel lungo periodo una traiettoria positiva.
Il nostro compito è trasmettere questa visione, aiutando investitori e consulenti a non farsi travolgere dall’emotività. Ed è proprio l’emotività a rappresentare un elemento ricorrente tra i risparmiatori: secondo molte indagini, circa il 50% manifesta una forte componente emotiva nella gestione dei propri investimenti, indipendentemente dall’età. È comprensibile: vedere oscillazioni negative in pochi giorni sui propri portafogli genera ansia. Ma è proprio in quei momenti che occorre evitare decisioni impulsive. Supportare i consulenti nella gestione della relazione con i clienti diventa quindi strategico.”
Come valuta l’attuale situazione legata ai dazi? Ritiene che la crisi si risolverà spontaneamente o rischia di innescare nuovi squilibri sui mercati globali?
“Molto dipenderà da come evolverà questa vicenda e dall’atteggiamento che adotterà l’amministrazione americana. Tuttavia, ritengo che gli Stati Uniti abbiano tutto l’interesse a mantenere stabilità sui mercati finanziari. Ricordiamoci che circa 200 milioni di cittadini americani investono nei mercati azionari per costruire la propria pensione, ma non solo. Inoltre, con un deficit pubblico che si attesta tra il 6 e il 7% del PIL, lo Stato americano ha bisogno di un accesso regolare al mercato obbligazionario per finanziarsi.
Per questo credo che anche da parte loro ci sarà l’intenzione di facilitare il ritorno a un equilibrio, utile sia per le imprese che per lo Stato stesso.”
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