15 Aprile 2025
Giorgio de Rita, Segretario Generale Censis in occasione dell'evento “Il Valore dello stile italiano tra cultura del buon vivere e alimentazione” è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
Nel rapporto si parla di uno stile identitario che resiste. Quanto c'è di identitario, politico e culturale in questa resistenza alimentare?
"C'è tanto. Il cibo è una parte essenziale della nostra cultura e quindi della nostra identità. Il cibo è una fonte di tradizione, ma al tempo stesso è oggetto di innovazione nei comportamenti, di innovazione nelle tecnologie, di innovazione negli stili alimentari. Gli italiani su questo fronte si difendono strenuamente perché difendono la libertà di scegliere cosa mangiare, quantità di cui cibarsi e anche obiettivi delle proprie diete. Gli italiani, al tempo stesso chiedono però un'informazione corretta chiedono di poter scegliere consapevolmente. Chiedono anche di poter esagerare nella quantità di cibo, ma con maggiore consapevolezza dei rischi per la salute che corrono."
Si è parlato di fake news, appunto in campo alimentare. Quali sono le più diffuse e quali sono quelle che gli italiani stanno in qualche modo smascherando?
Ma tra le più diffuse c'è sicuramente l'indicazione che alcuni cibi fanno male di per sé. In realtà è la quantità e il modo di assunzione che può diventare dannoso per la salute. Quindi non esiste un cibo dannoso di per sé, in linea generale, ovviamente con tutte le differenze. La seconda fake news riguarda invece i rischi che alcune produzioni dell'industria alimentare portano con sé per scarsa sicurezza alimentare, per scarsi controlli, per scarsa consapevolezza dei rischi da parte dei produttori. La filiera agroalimentare italiana è una delle più controllate al mondo, ha standard di sicurezza altissimi. Ovviamente i rischi ci sono, come in tutte le attività umane. Però certamente gli italiani guardano al sistema dell'informazione con grande preoccupazione, perché in generale non soltanto l'industria alimentare, le fake news si rinnovano quasi quotidianamente. Quindi questo senso di cautela di fronte alle incertezze di questi giorni gli italiani lo esprimono con un dubbio circa eventuali interessi che nel mondo dell'informazione possono condizionare il quadro informativo sui consumi e sui bisogni e anche sui comportamenti.
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