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Sironi (Assicurazioni Generali): "Negli ultimi 15 anni, in Europa due terzi degli investimenti sono stati su settori meno dinamici, mentre negli USA prevale l'high tech"

Andrea Sironi, Presidente Assicurazioni Generali, ha dichiarato: "Necessario potenziare il ruolo dei fondi pensione, perché hanno sia un orizzonte temporale lungo sia una maggiore propensione al rischio, senza i vincoli che invece limitano gli investimenti assicurativi"

11 Marzo 2025

Andrea Sironi, Presidente Assicurazioni Generali, in occasione dell'evento "Corporate Governance and Capital Market for Competitive and Sustainable Europe" organizzata da Assonime, ha dichiarato: 

"Il settore assicurativo è il principale investitore istituzionale in Europa, con un volume di investimenti che si aggira intorno ai 10mila miliardi. Tuttavia, è importante notare che il 70% di questi investimenti rimane in Europa, il che significa che circa 3000 miliardi vengono destinati all’estero, principalmente negli Stati Uniti.

Pur essendo investitori di lungo termine, siamo vincolati da un rigoroso allineamento tra la struttura delle scadenze del nostro passivo e gli investimenti. Ad esempio, la componente azionaria dei nostri investimenti resta a una percentuale a una cifra (single digit) e non può essere diversamente. Basta pensare a quanto accaduto con l’aumento dei tassi: il settore vita ha registrato un’ondata di riscatti, e noi dovevamo essere pronti a farvi fronte. Pertanto, sebbene il nostro orizzonte sia di medio-lungo termine, la componente predominante dei nostri investimenti resta il reddito fisso.

Cosa si potrebbe fare di più? Un aspetto cruciale è che, a differenza delle banche, il settore assicurativo non beneficia di agevolazioni sui vincoli patrimoniali per determinati investimenti. Per le banche, infatti, esiste una ponderazione agevolata per i finanziamenti alle PMI, mentre per le assicurazioni un investimento in PMI comporta un requisito patrimoniale significativo in termini di Solvency.

Ritengo inoltre fondamentale potenziare il ruolo dei fondi pensione, perché hanno sia un orizzonte temporale lungo sia una maggiore propensione al rischio, senza i vincoli che invece limitano gli investimenti assicurativi. Questo aspetto è cruciale per il mercato europeo.

Chiudo con una riflessione sulla propensione al rischio. Se analizziamo gli investimenti complessivi degli ultimi 15 anni, vediamo che tra Stati Uniti ed Europa non ci sono differenze dimensionali significative. La vera differenza sta nella destinazione del capitale: in Europa, quasi due terzi degli investimenti sono stati indirizzati su percorsi meno dinamici, mentre negli Stati Uniti la grande maggioranza ha puntato sull’alta tecnologia, un settore che richiede maggiore propensione al rischio.

Lo riscontro anche nell’esperienza con i miei laureati: spesso incontro gruppi di studenti con idee imprenditoriali brillanti. Alcuni di loro mi raccontano di aver trovato finanziamenti a Londra. Non si trattava di cifre enormi ma alla fine sono riusciti a farcela. È proprio su questo che, a mio avviso, dobbiamo lavorare per colmare il divario."

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