17 Febbraio 2025
Antonio Portaccio, Presidente di Italgrob, in occasione della Fiera di Rimini, nel contesto dell’International Horeca Meeting, si è tenuto l’evento “Fuori Casa: l’ora del cambiamento! Politiche e strategie per una ripresa sostenibile”, organizzato da Italgrob è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
Cosa è emerso da questa ricerca riguardo la distribuzione?
"Oggi il perimetro dell'analisi si concentra fondamentalmente su quello che è lo scenario del tessuto economico italiano e potremmo dire anche europeo e mondiale in questo momento. Una grandissima fase di incertezza, e come tutte le fasi di incertezza sono quelle più pericolose e più preoccupanti. lo snodo fondamentale di questa ricerca evidenzia in maniera chiara e forte la diminuzione del potere di acquisto delle famiglie che è il primo ostacolo per far decollare i consumi soprattutto nel mondo del fuoricasa, anche se c'è una voglia importante delle famiglie italiane di uscire fuori e cercare momenti di convivialità e di aggregazione."
Quali sono le prospettive economiche per quest'anno e per gli anni a venire?
"Le prospettive economiche sono abbastanza preoccupanti, il che non significa rassegnarsi, così, in maniera sic et simpliciter, ad accettare il dato negativo, bisogna lavorare a più mani con il mondo dell'industria, con il mondo dei pubblici esercizi, con il mondo della politica per cercare di trovare insieme quelle che possono essere le soluzioni per aumentare i consumi."
Da parte dei venditori diminuire i prezzi in questo momento, dopo averli aumentati è praticamente impossibile. Quindi l'unica soluzione sarebbe forse parlare magari di un aumento dei salari per risolvere il problema?
"Il problema si pone da due prospettive, uno non è detto che sia impossibile fare un downgrading dei prezzi, ed è la prima cosa. Quindi se il buon senso di tutti ci può portare verso quella direzione per consentire a tutti di avere accesso ad una spesa più sostenibile è importante, il vero nodo ed è evidenziato dall'ultimo rapporto Censis, è che negli ultimi vent'anni i salari e gli stipendi sono diminuiti di circa il 7%, quindi c'è da un lato un'inflazione che sale e dall'altro una diminuzione in valore assoluto delle retribuzioni."
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