05 Febbraio 2025
Francesco Profumo, Membro dell'Advisor Board di iliad, Presidente Isybank ed ex Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca della Repubblica Italiana in occasione dell'evento "STEM Party" è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
Qual è secondo lei l'importanza delle discipline STEM nella formazione delle nuove generazioni e come progetti come Educast possono colmare il gap tra scuola e mondo del lavoro?
"Le rispondo con una domanda. Secondo lei nel suo telefonino che cosa c'è? Perché al mattino lei può, attraverso una delle applicazioni, scegliere la strada più breve per andare a scuola? Oppure, se lei chiede una canzone, probabilmente una di quelle canzoni che lei ha un po' messo nella sua lista? Ecco, lei probabilmente in questa risposta mi dice 'forse c'è il software'. E io dico invece per poter realizzare quelle cose lì è stato necessario che si utilizzassero delle materie STEM cioè delle conoscenze di questo tipo. STEM vuol dire scienza, tecnologia, ingegneria e matematica. E sempre di più ci accorgiamo che le STEM non sono solo tante formule come appaiono qualche volta nelle fotografie delle lavagne, ma è un qualche cosa un po' diversa. E poi soprattutto che le STEM sono sempre più abbinate alla creatività, alle scienze sociali, all'etica. Per cui io credo che siamo sulla buona strada. Le STEM sono meno dure di quelle che sembrano e sono molto più vicine alle generazioni dei ragazzi."
Crede sia necessario un maggiore coinvolgimento da parte delle istituzioni per integrare soluzioni simili all'interno dei percorsi scolastici?
"Io sono convinto che l'educazione sia la priorità del Paese, quindi lei mi apre una strada con la sua domanda. Chiaramente l'accelerazione che abbiamo avuto nel corso di questi ultimi anni ci imporrebbe anche di rivedere i nostri modelli educativi. Adesso naturalmente rispondere a questa domanda in questi termini ci vorrebbe forse un' ora, però io credo una cosa e cioè che sempre di più abbiamo bisogno il nostro modello educativo sia un modello flessibile sia un modello stimolante, un modello probabilmente rotondo che non sia troppo posizionato da una parte dall'altra, ma soprattutto che apra la mente. L'accelerazione che c'è nel cambiamento imporrà in un modo o nell'altro che si torni a scuola tante volte durante la vita e se non si è imparato nella prima fase dell'educazione proprio ad imparare diventerà molto faticoso. Per cui io mi auguro che la scuola diventi sempre di più una scuola che accompagna i ragazzi in questo loro percorso."
E riguardo invece la digitalizzazione dell'educazione quali sono le i principali vantaggi e le principali sfide?
"Mi sembra una domanda un po' "vecchia", nel senso che ormai la digitalizzazione è parte della nostra vita e quindi non è più un se. È necessaria. Ormai viviamo in una vita, in una vita completamente digitalizzata e quindi dobbiamo avere dei cittadini che siano responsabilizzati da questo punto di vista e che abbiano quegli elementi di base perché possano poi vivere una vita normale."
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia