Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Venier (Snam): "Investire nelle infrastrutture è fondamentale per la sicurezza energetica e la crescita economica"

L'intervento di Stefano Venier, Amministratore Delegato di Snam: "Il PIL italiano dipende dall’esportazione e dagli investimenti interni, investiremo €12 mld nei prossimi 5 anni"

20 Gennaio 2025

Stefano Venier, Amministratore Delegato di Snamin occasione dell'evento ‘Il mondo nel 2025: time to deliver’ di ISPI, Intesa Sanpaolo in collaborazione con Assolombarda e SACE ha dichiarato: 

"Tendiamo ad associare tutte le tematiche che ci troviamo ad affrontare, anche rispetto al tema della transizione, al tema transizione energetica. La realtà dei fatti è un po' più articolata. La transizione energetica è un pezzo dei temi che stiamo affrontando, non a caso l'energia è uno degli elementi fondamentali di tutte le economie del mondo, ma lo è anche l'acciaio, lo è anche il cemento, lo sono anche le plastiche, lo sono anche i fertilizzanti, cioè quegli elementi fondamentali che fanno le nostre economie. E il processo di decarbonizzazione passa sia attraverso la decarbonizzazione dell'energia, ma è molto più articolato e questo lo dico perché dobbiamo prendere un helicopter view, cioè una vista un po' più alta. Le tematiche sono di questo tipo, cioè il tema delle auto elettriche è sia un tema che tocca l'energia ma innanzitutto un tema che riguarda la decarbonizzazione dei trasporti che è più articolata. Il problema complesso resta complesso ma è un po' più articolato di come l'abbiamo disegnato. Secondo tema che mi piace sottolineare è che il PIL italiano dipende dall'esportazione e dagli investimenti interni. Noi stiamo facendo la nostra parte e dico solo due numeri perché così è facile comprendere. 'Time to deliver' per noi non è solo il 2025, lo è stato 2024, lo è stato il 2023, lo saranno anche i prossimi anni. Contiamo di investire 12 miliardi nei prossimi cinque anni che fanno una media di 2 miliardi e mezzo l'anno, che non è una cifra da poco. Ma soprattutto, se guardiamo a quanto mediamente la Snam ha investito negli ultimi otto-dieci anni prima della crisi russo-ucraina è quasi due volte e mezza, negli ultimi due anni è stato il triplo, 3 miliardi l'anno. Veniamo un attimo al tema dell'energia. Innanzitutto vorrei fare una considerazione. Così come per tanti altri beni l'energia sta diventando sempre più globale, ma lo sta diventando perché per il processo di diversificazione che è stato messo in atto per allontanarsi da quelle che erano delle dipendenze molto prossime abbiamo sviluppato due grandi filoni: il primo è stato quello delle infrastrutture dei sistemi di rigassificazione il famoso GNL gas liquido e su questo mercato ci si confronta su scala globale, non a caso gli Stati Uniti sono diventati il primo fornitore dell'Europa dal punto di vista del GNL. La seconda cosa sono le fonti rinnovabili, in maniera diversa ovviamente ha bisogno di tecnologie, di apparecchiature e anche questo è un mercato che è diventato globale. Quindi il mercato dell'energia è un mercato globale e dobbiamo entrare all'interno di questa logica perché vuol dire che siamo in competizione con altre aree, in primis l'Asia, per l'approvvigionamento e soprattutto per il confronto sui prezzi. Oggi noi sul GNL competiamo con l'Asia, che è il primo consumatore di GNL al mondo, dove i primi due paesi importatori mondiali per di GNL sono Giappone e Cina che di anno in anno si rubano la leadership l'uno con l'altro in funzione dell'andamento dell'economia territoriale. E allora come rispondiamo al tema sicurezza? Prima rispondiamo con le infrastrutture. Gli investimenti sono una soluzione per la crescita economica, ma sono anche una soluzione per quanto riguarda il tema della diversificazione, dell'autonomia e della sicurezza energetica, così come in tanti altri settori, e quindi investire in infrastrutture diventa fondamentale per ribilanciare un mix che ci aveva visto come Europa negli ultimi dieci anni piegarci su una comoda soluzione di approvvigionamento dalla Russia, per cui l'Europa e l'Italia dipendevano in misura più che preponderante da questo Paese. Ricordo i numeri dell'Italia: consumava nel 2021 70 miliardi di metri cubi di gas, 28 venivano dalla Russia. Dietro questo ci sta un bilanciamento nell'approvvigionamento attraverso le infrastrutture via tubo, che creano un legame difficilmente scindibile tra due paesi, il produttore e il consumatore. Rispetto al GNL, oggi in Europa il GNL copre il 35% o 40% a seconda che guardiamo la domanda, la capacità, i flussi reali e l'Italia rapidamente raggiungerà questa percentuale ma non perché siamo stati più lenti, perché l'Italia a differenza di altri Paesi europei ha il grande vantaggio di avere cinque infrastrutture di gasdotti da cinque fonti diverse che è una condizione che nessun altro Paese europeo aveva e ha potuto utilizzare. Nei giorni immediatamente successivi alla crisi russo-ucraina, ci siamo rivolti al partner algerino da una parte e dall'altra abbiamo attivato il famoso Tap per accedere al gas a zero, che oggi garantisce per noi circa il 15% di consumo."

Seguici su

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti