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Magri (ISPI): "Donald Trump e la sua visione americana creano incertezza, bisogna avere la capacità di aggiustare la rotta"

Paolo Magri, Presidente Comitato Scientifico dell’ISPI, ha dichiarato: "L’Europa rischia di essere vittima: deve unirsi per negoziare senza cedere al ribasso"

20 Gennaio 2025

Paolo Magri, Presidente Comitato Scientifico dell’ISPIin occasione dell'evento ‘Il mondo nel 2025: time to deliver’ di ISPI, Intesa Sanpaolo in collaborazione con Assolombarda e SACE ha dichiarato: 

Ha parlato di incertezza sul futuro, come ci si può orientare per le aziende in questo contesto del 2025?

"L'incertezza non è una cosa nuova. C'era un libro di Galbraith sull'incertezza del 1973. Il tema è la grande incertezza, il fatto che un mondo che ha una serie di transizioni in corso di nuovi governi alle prese con problemi interni ha in più questa variabile nuova che è quella di Donald Trump, che ha promesso ai suoi elettori di cambiare il mondo, questo mondo impazzito, così lui l'ha definito, dove lui vuole mettere ordine ma con la visione americana. Questo può creare nei prossimi mesi molta incertezza, molta variabilità sui tassi di cambio, sui tassi di interesse, sui costi dell'energia, sui tassi di crescita, sui dazi. Come rapportarsi a questa incertezza? Avendo innanzitutto la velocità di adattarsi a ciò che cambia, la capacità di non dare per scontato tutti gli annunci che quotidianamente Trump darà in questi giorni e in questi mesi, ma neanche essere eccessivamente rassicurati dal fatto che non realizzerà quello che sta dicendo. Non sopravvalutare, non sottovalutare e avere la capacità di aggiustare la rotta continuamente sarà il tratto di questo anno."

Che ruolo dovrebbe assumere l'Europa in questo senso?

"L'Europa rischia di essere un po' la vittima di questa incertezza, perché oltre a ciò che Trump può fare specificatamente sull'Europa, dazi o non dazi, Nato non Nato, l'Europa subirà le conseguenze di ciò che Trump farà con la Russia, in Medioriente, sulla transizione. Il punto essenziale per l'Europa è diventare un attore forte che possa, come gli altri attori forti che tanto piacciono a Trump, ossia Putin e Xi Jinping che lui considera al suo pari, essere unita nel rapportarsi a una presidenza Trump senza dover negoziare al ribasso ogni cosa."

E qual è il principale ostacolo a questa coesione europea?

"Il fatto che siamo 27 Paesi con interessi nazionali forti che prevalgono sull'interesse collettivo, il fatto che alcuni paesi grandi sono ancora convinti di dettare la linea e alcuni paesi piccoli vogliono ritagliarsi il loro spazio. È il bello della democrazia, verrebbe da dire, ma abbiamo una sfida più grande che dovrebbe convincerci all'unità di intenti nel mondo per affrontare le sfide globali in Europa, per affrontare le sfide che Trump porrà comunque al nostro continente."

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