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Ibarra (Engineering): "Nei prossimi 5 anni l’80% delle professioni cambierà e useremo tecnologie per il 40% del nostro lavoro"

Il Giornale D'Italia ha intervistato Maximo Ibarra, CEO & General Manager di Engineering: "Il connubio tra persone e tecnologia libererà tempo per innovare, ma servirà un adattamento culturale e normativo"

22 Novembre 2024

Maximo Ibarra, CEO & General Manager di Engineering, in occasione della 13ª edizione del Forum WPP | The European House - Ambrosetti è stato intervistato da Il Giornale D'Italia.

Lo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale dove ci porterà nel futuro?

"È una domanda complessa, ma quello che si può dire è che, dal punto di vista delle tecnologie, l’Intelligenza Artificiale, insieme ad altre innovazioni, probabilmente cambierà radicalmente non solo il nostro modo di lavorare, ma anche il modo in cui affronteremo i problemi attuali. Anche se le previsioni non sono molto precise, nei prossimi cinque anni ciò che facciamo oggi non lo faremo nello stesso modo: circa l’80% delle professioni subirà cambiamenti, e ognuno di noi utilizzerà le tecnologie per almeno il 40% del proprio lavoro. Questo rappresenta già un cambiamento significativo. La trasformazione più importante sarà il connubio tra persona e tecnologia, che diventerà la norma. Questa collaborazione libererà tempo per la creatività, permettendoci di pensare a cose nuove. Tuttavia, non avverrà dall’oggi al domani: ci vorrà tempo e anche un adattamento culturale. Bisogna comunque essere ottimisti, perché ciò porterà a un notevole incremento di produttività e creatività, consentendoci di affrontare e risolvere problemi che oggi ci sembrano insormontabili".

Ecco questi sono un po' i lati positivi, c'è la possibilità di un risvolto invece negativo?

"Sì, nel senso che la tecnologia può essere utilizzata anche da chi ne fa un uso negativo. Questo è uno dei possibili risvolti da considerare. Tuttavia, anche in questo caso, ci sono aspetti positivi: proprio come accade con la cyber security, coloro che mettono a repentaglio la difesa digitale possono essere combattuti con la stessa tecnologia. L'importante è restare sempre un passo avanti, grazie a collaborazioni tra pubblico e privato e attraverso un utilizzo consapevole e strategico della tecnologia. Gli attacchi informatici possono essere contrastati con l’aiuto di persone specializzate nella difesa digitale. Inoltre, mettendo insieme le risorse e lavorando in modo sinergico, si potrà ottenere un vantaggio decisivo per prevenire e affrontare queste minacce".

Crede che dal punto di vista legislativo saremo pronti a questa nuova sfida?

"È vero che si sta lavorando sulle norme e sulla regolamentazione, ma la situazione rimane estremamente frammentata. Tanto per dare un’idea, in Europa esistono circa 120 norme diverse nei vari Paesi e all’incirca 140 approcci regolamentari distinti. La priorità dovrebbe essere quella di abbattere queste barriere. Ad esempio, nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, questo permetterebbe di lavorare su un Large Language Model europeo, utilizzando i dati disponibili nei vari Paesi. Così si creerebbe una massa critica che consentirebbe di accelerare lo sviluppo in modo significativo".

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