04 Novembre 2024
Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti e TEHA Group, in occasione della "Road map italiana per le materie prime critiche" è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
Al via la road map italiana per le materie prime critiche. Cosa può dirci al riguardo?
Come The European House Ambrosetti siamo al fianco di Iren fin dall'inizio di questo percorso, quando io con il presidente Dal Fabbro abbiamo immaginato una priorità strategica per il sistema Paese in relazione all'urgenza di attenzionare le materie prime critiche e in particolare quelle strategiche, che sono quelle legate ai due binari della transizione digitale e verde e ai settori super strategici ad alto valore aggiunto come l'aeronautica, l'aerospazio e la difesa. Quindi un tema di sicurezza nazionale e di sovranità nazionale. Che cosa emerge in estrema sintesi, dal lavoro? Intanto emerge l'evidenza che qualcuno nel mondo si è svegliato molti anni prima. La Cina è il primo grande investitore fuori dalla Cina sulle materie prime critiche e il multiplo rispetto all'Europa è per sette. Non solo lo ha fatto nei Paesi asiatici confinanti vicini, ma lo ha fatto in Sud America e soprattutto lo ha fatto largamente in Africa, acquistando una posizione di dominio significativo. Le materie prime critiche abilitano processi industriali manifatturieri nel nostro paese per una cifra superiore ai 600 miliardi, quindi determinano la vita o la morte del Made in Italy e conseguentemente l'attenzione che poniamo come TEHA e come Iren è di dare priorità e strategicità agli investimenti necessari per renderci più autonomi. In questo quadro ci sono alcuni paradossi. Se voi prendete i rifiuti relativi agli apparecchi elettronici ed elettrici, i cosiddetti RAEE, per cui l'Unione Europea prevede il 65% di target di riciclo e riuso., noi oggi siamo al 30%, nonostante una crescita delle dimensioni dei volumi di questi rifiuti; siamo al 30% e quindi sottoposti a una procedura di infrazione dalla Commissione europea. Quindi rischiamo pure di essere multati per cifre molto importanti, per non avere fatto quello che è ovvio fare e rendere più sostenibile e più circolare l'industria italiana. E quindi questi sono alcuni degli elementi più distintivi relativamente al rapporto TEHA- Iren 2024.
Quali sono le sfide globali per l'approvvigionamento delle materie prime critiche e quali sono i settori maggiormente esposti?
I settori maggiormente esposti sono quelli relativamente alla produzione italiana e in particolare tutto quello che riguarda elettronica, elettromeccanica, robotica, difesa, aerospazio. Quindi rende molto, molto fragile il nostro ecosistema
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