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Di Amato (Maire): "Transizione energetica opportunità per tutti, necessari processi di formazione; fondamentale l'ingegnere umanista"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Fabrizio Di Amato, Presidente e Fondatore del Gruppo Maire: "Investiti 2 milioni di ore per la sicurezza, l'ambiente e la dignità umana"

17 Settembre 2024

Fabrizio Di Amato, Presidente e Fondatore del Gruppo Maire e Presidente della Fondazione Mairein occasione del dibattito "Transizione energetica come opportunità di inclusione lavorativa e sociale" ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:

"La transizione energetica è opportunità per tutti. Così come è stata declinata, pianificata, i target e gli obiettivi che ci siamo dati necessitano sicuramente di tecnologie. Necessitano di capitali e soprattutto necessitano di persone, persone formate, qualificate per quel tipo di lavoro. Alcuni di questi mestieri oggi ancora sono sconosciuti quindi bisogna avere questa sensibilità, una mobilitazione, è un altro piano Marshall, quindi tutta l'industria e non solo, perchè questo vale a 360 gradi, anche la politica, si devono mobilitare affinché si attivi un processo di formazione che è teso a soddisfare questa domanda crescente e quindi l'opportunità che diventano opportunità di lavoro, diventano opportunità di raggiungere gli obiettivi, le aziende possono progredire e quindi si trasformano. Siamo entrati nel terzo millennio dove il mondo sta cambiando, sta cambiando anche in una velocità molto alta e quindi di conseguenza dobbiamo essere bravi ad essere altrettanto veloci nella formazione e nell'inclusione sociale, anche come impatto delle persone che poi lavorano e che devono avere una dignità rispetto a quello che rappresentano."

Qual è la sua definizione di transizione energetica e qual è la strategia di Maire?

"La strategia di Maire è abbastanza semplice, l'abbiamo annunciata aggiornando il Piano, i primi di marzo di quest'anno. Noi abbiamo una visione abbastanza chiara. Proprio la parola transizione: bisogna passare dal fossile a un qualcosa che è completamente decarbonizzata. Quindi c'è tutto un percorso e Maire in questo senso sta lavorando su tecnologie di transizione mature, su tecnologie di mid term cioè di medio termine e poi di lungo termine. Quindi stiamo lavorando su tutta la filiera. L'errore in qualche caso anche in passato è stato tentare di andare direttamente alla soluzione finale senza pensare all'attraversamento. Immagini le infrastrutture che non sono pronte, il sistema industriale non può cambiare dalla sera mattina e quindi è iniziato un processo. La cosa positiva è che ormai questa questa azione è a tutti i livelli della società che sia l'impresa che sia le politiche e quindi noi di Maire  in questo senso grazie anche al contributo dell'ingegnere umanista riteniamo che gli obiettivi che ci siamo dati e quindi di conseguenza per esempio per quello che ci riguarda 2029 per noi la neutralità carbonica relativamente allo scopo uno scopo due è un obiettivo sta maturando e che quindi diventa un primo target che ci siamo dati e poi i prossimi saranno 2050. E' ovvio quanto detto prima, la formazione è la prima cosa."

Quanto è importante questa figura di ingegnere umanista?

"Io direi che è fondamentale perché bisogna sapere coniugare la tecnica, la capacità tecnologica su quello che poi realizziamo, gli impatti sui territori, come socialmente eseguiamo queste attività, come creiamo le condizioni per i lavoratori, per le organizzazioni che riescono a dare il meglio di se stessi in una condizione di vita ovviamente di qualità e di rispetto della salute e della sicurezza. Noi su questo abbiamo investiti in un anno 2 milioni di ore per la sicurezza, l'ambiente e la dignità umana. Questi sono dei valori fondamentali che ritornano a essere un'opportunità. Tanto più noi saremo in grado di aiutare i nostri collaboratori tanto più il sistema si evolve in positivo e può solo che migliorare."

 

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