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Cattani (Farmindustria): "Grande emozione per la laurea honoris causa; innovazione e sanità, con Sanofi mission etica per farmaci essenziali e produzione sostenibile"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Marcello Cattani, Presidente di Farmindustria e Presidente e AD di Sanofi: "Ridotti i tempi di accesso ai farmaci grazie alla partnership con AIFA, 430 giorni la tempistica nazionale"

03 Settembre 2024

Marcello Cattani, Presidente di Farmindustria e Presidente e AD di Sanofi, in occasione del conferimento della sua laurea honoris causa in Scienze Economiche dall'Università telematica Pegaso, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia

"Giornata di grandi emozioni. Questo riconoscimento da parte dell'Università Digitale Pegaso credo che riconosca il contributo che, tramite anche tutti i miei colleghi di Sanofi di Farmindustria, riusciamo a dare al sistema Paese rispetto alle cure, ai farmaci. Oggi le cure sono un valore, sono un investimento e hanno un impatto diretto sull'economia della nazione. Questo riconoscimento in scienze economiche credo che chiuda il cerchio, almeno rispetto al mio percorso di studi, che è tutto esterno e tutto scientifico, perché oggi quando si parla di salute, di innovazione, di ricerca e di possibilità di cure, si parla automaticamente di economia e quindi il Paese, la nazione, il Governo sta facendo tanto in un contesto macroeconomico non semplice per cercare di dare investimenti al sistema sanitario, investimenti sui farmaci. Difendere la proprietà intellettuale in Europa vuol dire rendere l'Italia e l'Europa più forte, più competitiva rispetto alla transizione della salute che poggia sulla scienza sui dati e sulle regole che devono correre, essere flessibili al pari della velocità della ricerca. Quello che oggi abbiamo ripercorso è stato da parte mia un percorso che oggi trova uno sbocco degli impatti che sono per un'azienda sul sistema Paese, per un intero settore, sul sistema Paese, ma ancor di più verso il mondo per tutto l'export, l'occupazione, la rilevanza anche geopolitica che oggi i farmaci la salute pongono in un mondo completamente frammentato e diverso dal passato."

Ha parlato di innovazione e sanità che devono andare di pari passo in questo senso. La missione di Sanofi qual è? Anche da un punto di vista etico?

"La missione di Sanofi è molto chiara, a livello globale siamo presenti in oltre 30 paesi a basso reddito, con donazioni di farmaci essenziali, salvavita, anche per malattie rare, con un impegno concreto a estirpare la malattia del sonno e alcune forme di tumori pediatrici, donando farmaci; ma ancor di più sposando appieno quella che è la sostenibilità nella produzione e quindi l'utilizzo di fonti rinnovabili, l'utilizzo e il passaggio a materiali sostenibili ma anche oltre quasi 50.000 ore di volontariato che a livello mondiale i colleghi di Sanofi hanno sviluppato per dare un contributo alla società. Siamo orgogliosamente sponsor delle Olimpiadi essendo un'azienda francese di Parigi ma soprattutto delle Olimpiadi, quelle per i meno fortunati di cui avrò il piacere di partecipare alla cerimonia di chiusura nel prossimo weekend. Questo è Sanofi, un'azienda europea con una cultura europea e quindi fare innovazione in Europa e in Italia, avendo la cultura europea è un grande privilegio, perché il senso etico e il senso sociale è ancora più accentuato, perché è un'identità culturale e quindi è una grande responsabilità che ho il piacere di condividere ogni giorno con i miei colleghi di Sanofi, di Farmindustria, con le aziende associate, ma soprattutto nel dialogo che ogni giorno portiamo con la politica, con i ministri più vicini al nostro settore per questioni ovviamente pertinenti la salute a partire dal ministro Schillaci, ma anche il ministro Urso, il ministro Giorgetti perché la strada l'ha indicata benissimo il ministro Bernini è l'innovazione e la ricerca. Se saremo ultimi avremo un impatto negativo per il Paese come possibilità, se saremo non dico i primi, ma su quella traiettoria daremo possibilità ai giovani. Possibilità di cura, di realizzazione di percorsi professionali e contribuiremo a creare un'industria forte. Quindi la nostra crescita nella produzione nell'export dipende anche da questo, dal modo con cui identifichiamo i profili da formare non solo per i giovani ma durante tutta la carriera lavorativa nel nella nostra industry che vive di scienza fondamentalmente e dati e quindi capacità di utilizzare i dati non solo per accelerare lo sviluppo ma anche per fare tecnologia industriale e questo è un vantaggio che l'industria porta in maniera inequivocabile e tangibile alla nazione. Da una parte credo vada riconosciuto il grande sforzo del ministro Schillaci insieme al ministro Giorgetti, per avere più risorse per il sistema sanitario, per le cure, per i farmaci, superando quei nodi storici strutturali di payback. Una tassa reale aggiuntiva che le aziende pagano, quest'anno toccherà i 2 miliardi strozzando la capacità di fare nuova innovazione, di attrarre nuovi investimenti e quindi di essere ancor più competitivi. Abbiamo visto come è possibile per l'industria farmaceutica italiana superare gli Stati Uniti e questo credo che renda il grande valore di come l'Italia, quando si impegna nonostante le difficoltà, riesce a esprimere delle eccellenze di livello mondiale, non nello sport come spesso accade ne siamo tutti contenti, ma nell'industria, nell'innovazione che è forse il fronte più difficile perché richiede competenze richiede investimenti, richiede tecnologia e delle regole che la comprendano. Noi ci battiamo sempre per far comprendere  il valore dell'innovazione della salute rispetto all'economia e al sociale e oggi siamo in grado di poterlo misurare. E  la strada del valore che viene generato su un Paese, non è un costo, un farmaco, un intervento di prevenzione, una chirurgia è un investimento. E quindi o l'Europa realizza questo, compiendo un salto culturale che anche nell'approccio regolatorio, gli Stati Uniti registrano nuovi farmaci sui dati reali. Noi oggi non siamo in grado di farlo e questo è anche un tema non solo di competitività ma è anche un tema di accesso di diritti sociali dei cittadini rispetto a nuove sperimentazioni cliniche rispetto ai nuovi farmaci."

Sappiamo di una collaborazione con AIFA per ridurre il ritardo di accesso al farmaco, ci sono degli sviluppi in merito a questo?

"Sì devo rivolgere un ringraziamento al neo presidente di AIFA, alla nuova AIFA, ai nuovi direttori generali, alla nuova CSE, ma soprattutto al Presidente, perché abbiamo avviato un gruppo di lavoro congiunto AIFA e Farmindustria per trovare le modalità per ridurre i tempi di accesso. Oggi circa 430 giorni per l'accesso nazionale, poi c'è l'accesso regionale e questo crea un gap per i cittadini italiani rispetto a quelli tedeschi rispetto a quelli di altri Paesi. Deve ammodernarsi e questa è la grande responsabilità che ha il presidente Nisticò, ammodernare l'Agenzia nella visione nel modo di operare per essere al passo con l'innovazione al passo con i diritti di accesso dei farmaci in tempo idealmente zero dei cittadini italiani una volta che l'Ema ha dato l'ok."

 

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