23 Agosto 2024
Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, in occasione del Meeting di Rimini, ha dichiarato:
"La crescita è funzionale alla qualità del capitale umano, e cioè delle persone. Stiamo parlando dei livelli di istruzione e di apprendimento e nella fase poi lavorativa sicuramente della formazione, ma il capital umano è anche strettamente connesso con l'innovazione. Proverò a seguire questa sequenza vedendo anche l'analisi della realtà. Iniziamo a guardare i livelli di istruzione. Oggi le persone impiegate fra i 25 e I 64 (dati del 2023) per oltre il 35% hanno la licenza media. La forza lavoro oggi presente all'interno delle imprese ha la licenza media. La componente di istruzione qualificata a un livello terziario e quindi possedente la laurea è un numero importante, cioè il 20%, ma sconta un differenziale rispetto agli altri paesi europei di 14 punti.
Il primo dato rappresenta un dato che è doppio rispetto ai paesi che abbiamo guardato, che sono la Francia e la Germania. La forza lavoro oggi presente, che peraltro ha il merito di assecondare quella crescita che oggi sta caratterizzando il Paese rispetto ai nostri competitor in Europa, ha bisogno di interventi importanti di aggiornamento. Quindi il tema formativo per chi è oggi nel lavoro è chiaro, è chiave per le persone che oggi lo sono e hanno quel livello di istruzione. Quindi immaginate come è possibile assecondare dei cambiamenti strutturali come quelli che stiamo vivendo con la licenza media. Perciò sono quanto meno urgenti interventi di formazione che riconoscano che è capitale, e quindi ammortizzabile, e necessari alcuni interventi di politica economica, come il 5.0 riconosciuto dal punto di vista del credito fiscale. Però non si esce da questo: è fondamentale e va innalzato anche ricollegandosi al tema dell’innovazione. Prendiamo come spunto quello che è avvenuto con il 4.0 in modo tale che possiamo già capire quello che potrebbe essere l'intervento del 5.0.
Negli ultimi otto anni il Paese è cresciuto molto di più rispetto agli altri ma grazie agli investimenti significativi. Un altro dato importante : abbiamo investito dal 2016 in poi il 35% che rappresenta quasi dieci volte quello che ha fatto la Germania. Negli otto anni precedenti avevamo disinvestito per il 22%. E questo spiega il perché abbiamo avuto una resilienza maggiore durante la pandemia, durante la guerra e la crisi energetica. Ma per le transizioni tecnologiche servono competenze quindi è importante un intervento immediato sulla forza lavoro."
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