13 Luglio 2024
Il Giornale d'Italia ha intervistato Vittorio Sgarbi, il più famoso critico e storico dell'arte d'Italia, a margine della giornata conclusiva de 'La Ripartenza', l'evento ideato da Nicola Porro durante il lockdown diventato appuntamento irrinunciabile per i maggiori players dell'economia, politica e cultura del nostro Paese.
"Ce n'era molta di più che nell'età democristiana".
"Oggi non è importante... Tutto è importante. Si parla delle cose secondo la verità. Quindi io ho cercato di ristabilire una verità che era stata mascherata o era stata nascosta. E la mostra che è in corso in questo momento a Rovereto indica quali sono i livelli di artisticità che hanno raggiunto durante il fascismo i grandi artisti di cui oggi parliamo".
"Le persone capiscono".
"Trovano delle forme di esaltazione che sono talvolta parafasciste e sono, come giustamente ha detto la Meloni, riprovevoli perché il percorso che lei ha fatto non voleva rivalutare o trovare fondamenta nel fascismo, voleva - viceversa - indicare una prospettiva alternativa al pensiero unico che ha rappresentato la cultura di sinistra. E questo può essere talvolta interdetto da delle forme di fanatismo di esaltazione che sono comunque riprovevoli"
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