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Cingolani (Leonardo):"Necessari giganti europei per difesa per competere con USA e Cina; armi del futuro? Navi e aerei gestiti da IA e sorvegliati da satelliti"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Roberto Cingolani, Amministratore delegato di Leonardo: "STEM problema urgente, nostro piano di crescita avrebbe bisogno di migliaia di profili"

01 Giugno 2024

Roberto Cingolani, Amministratore delegato di Leonardo, in occasione del 53° Convegno di Confindustria Giovani Imprenditori a Rapallo, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia: 

"Il focus di oggi è stato oggi quello della difesa unica europea e sulla mancanza di cervelli STEM per tutte le necessità di natura economica che ci sono nel mondo della sicurezza e della difesa"

Quali saranno le armi del futuro e in quale scenari? 

"Più che di armi bisogna capire quale sarà il complesso di tecnologie che ci consentirà di stare al sicuro. Al momento si parla molto di interoperabilità nel senso di un dialogo tra navi, aerei, elicotteri gestiti dall'intelligenza artificiale sotto la sorveglianza dei satelliti per poter avere una sorta di copertura globale su una grande porzione di territorio. Molto sarà dovuto allo sviluppo delle tecnologie digitali, dell'intelligenza artificiale e ovviamente della capacità di dialogare tra le varie piattaforme. Tutte queste comunicazioni devono essere cybersicure, e dunque non intercettabili. Questo scenario mette sempre meno a rischio la vita umana, e questa è la cosa più importante. 

Come fermare questa escalation? 

"Ciò che sta succedendo in Ucraina è molto insensato, speriamo che le negoziazioni facciano il loro corso; nel frattempo bisogna supportare gli Ucraini che avevano una vita come la nostra fino a due anni fa"

Ha parlato sul palco della necessità di creare dei giganti europei per la difesa per poter competere con Cina e Stati Uniti. 

"La Commissione Europea ha ammesso dei fondi per uno spazio Europeo della difesa con un Commissario; c'è dunque una riflessione sull'importanza di iniziare a ragionare sulla sicurezza continentale. Ovviamente le aziende sono coinvolte nella creazione e attuazione di accordi, dunque si, stiamo analizzando i diversi scenari. Forse una sorta di consorzio, ma è ancora prematuro dire di più, anche perché ci sarà anche l'Antitrust, si tratta di un'operazione complessa". 

Lo STEM è un problema anche per voi, lascia delle posizioni scoperte?

"Si, è un problema per tutti per noi, anche perché il nostro piano di crescita avrebbe bisogno di migliaia di profili e sappiamo già che non ce ne sono così tanti. Dobbiamo dunque lavorare molto in collaborazione con l'università. Non è nemmeno un problema solo nazionale, è un problema molto ampio e che non risolve sicuramente rubandoci forza da un'azienda all'altra e da un paese all'altro. 

Ci sono in questo senso delle riflessioni in corso anche a livello europeo, per esempio sul contratto dei ricercatori: il ricercatore in questo momento ha un contratto che a seconda del Paese di provenienza è diverso, dunque forse già uniformare tale carriera potrebbe aiutare.

In questo momento il punto di partenza è quello della sensibilizzazione sulla tecnologia e sulla scienza che, come sapete, non è lo sport più praticato. Questo parte da un impegno comune fra pubblico e privato, dunque non solo lo Stato con le scuole ma anche noi aziende dobbiamo spiegare e far capire di più. Servono ovviamente investimenti importanti dal punto di vista pubblico e privato, ma poi serve anche una carriera che sia un pochino più attrattiva. Ricordatevi che c'è una forte differenza nel trattamento dei ricercatori e persino degli insegnanti da paese a paese. Bisogna cercare di livellare queste differenze e di essere più attrattivi per chi intraprende questo tipo di carriera. Siamo all'inizio di una riflessione a livello continentale che è senza precedenti. 

Si è parlato di un'unione tra Fincantieri e Leonardo. 

"Io credo che abbiamo delle vocazioni diverse ma delle sinergie fortissime che stiamo in questo momento sfruttando al meglio e sono molto contento di come vanno i rapporti con Fincantieri, convinto che ci saranno tante possibilità. Dopodiché, come dico sempre semplificando, noi facciamo cose che volano e loro che galleggia, quindi non è che poi stare insieme possa cambiar molto: è meglio collaborare e fare delle sinergie industriali forti"

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