17 Maggio 2024
Il Giornale d'Italia ha intervistato l'amministratore delegato di Edison Nicola Monti a margine della 3a edizione del forum "Verso Sud - La strategia europea per una nuova stazione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo", organizzato da The European House Ambrosetti e in corso al Grand Hotel Excelsior Vittoria di Sorrrento (Na).
"Sì, l'energia è il motore principale, sia dei prossimi investimenti che dovremo fare al Sud Italia che anche dell'integrazione tra le due sponde del Mediterraneo. Già lo vediamo oggi: possiamo fare l'esempio del contributo che l'Algeria ci ha dato nel rimpiazzare velocemente le forniture di gas russo con un incremento di forniture di gas algerino.
In futuro c'è anche il potenziale delle rinnovabili del Nord Africa che dovrà essere messo a disposizione, sia nostra sia anche dei consumi locali di Algeria piuttosto che di Tunisia o di Libia.
Quindi integrazioni sempre più necessarie, sempre più forti, non solo per gli idrocarburi ma anche in futuro sui collegamenti elettrici. Il primo esempio è il nuovo cavo che Terna e l'operatore tunisino hanno deciso di realizzare proprio per connettere elettricamente i due Paesi".
"Noi abbiamo questo piano molto ambizioso di nuovi investimenti in rinnovabili in Italia; la maggior parte si realizzeranno evidentemente nel Sud Italia perché sono le zone geografiche dove abbiamo più sole, più vento.
Abbiamo bisogno di diversificare di più le nostre fonti, dobbiamo portare il contributo delle rinnovabili - che oggi è al 40% - al 65% al 2030 seguendo quelli che sono gli obiettivi europei. È un percorso non facile perché siamo un pochino in ritardo, soprattutto per alcuni vincoli di natura autorizzativa che non ci danno ancora quella velocità necessaria ma - come dire - la traiettoria è sicuramente quella giusta e io credo che ci avvicineremo molto a questi obiettivi, con tanti investimenti al Sud.
Se vogliamo fare una stima economica credo che almeno 100 miliardi di euro dovranno essere investiti proprio nel settore energetico nel sud Italia: rinnovabili, rinforzo delle reti, accumuli, efficientamento energetico".
"Noi abbiamo un piano di 10 miliardi di investimento e metà, cioè 5 miliardi li vogliamo dedicare proprio al Sud. E proprio in questi capitoli - che sono rinnovabili, stoccaggio elettrico - in particolare noi puntiamo sui pompaggi piuttosto che sulle batterie di accumulo perché i pompaggi hanno lo stesso servizio ma hanno il beneficio di trascinarsi una industria totalmente italiana: parliamo di opere civili e parliamo di opere elettromeccaniche che noi abbiamo la possibilità di fare in Italia. È importante che questi grandi investimenti che dobbiamo realizzare abbiano un sottostante di ricaduta sulla nostra industria. Non vogliamo vedere una transizione energetica, una decarbonizzazione che si fa solo con materiali, batterie o pannelli di importazione. Abbiamo bisogno di sviluppare un'industria locale".
"Vediamo. Certamente c'è anche la possibilità di andare a investire nei Paesi dell'altra sponda del Mediterraneo, per aiutarli in questa transizione. Anche questi Paesi hanno bisogno innanzitutto di diversificare, perché sono fortemente legati all'industria degli idrocarburi, ma hanno un grande potenziale di rinnovabili, sole, vento, ma soprattutto hanno disponibilità di spazio, di terreno che è quello che noi, purtroppo, in Italia e in Europa non abbiamo perché abbiamo una densità abitativa molto più alta. Quindi sicuramente c'è possibilità per noi di fare degli investimenti anche da loro e credo che poi il Piano Mattei miri molto anche a questo, cioè a far sì che ci siano dei legami di investimento di trasferimento di tecnologia che rendono questa collaborazione ancora più forte".
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