23 Aprile 2024
Giovanni Maggi, Presidente di Assofondipensione, in occasione dell'Assemblea dei fondi pensione negoziali 2024, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
"I temi principali di quest'anno riguardano il problema demografico, in Italia come tutti sappiamo c'è un grosso problema demografico: ogni anno si perdono 120.000 persone tra nuove nascite e morti. In prospettiva il Paese avrà dei grossi problemi collegati anche al mondo del lavoro. Ci sembrava giusto fare una riflessione innanzitutto su questo tema e poi parlare comunque delle nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale, che nei prossimi anni, nei prossimi decenni, impatteranno sempre di più sul mondo del lavoro e di riflesso anche sulla previdenza. Quindi è un grande brainstorming di riflessione su questi macrotemi dove però poi noi andremo a parlare anche delle attività che sta facendo l'Associazione sugli investimenti a supporto del sistema Paese sul tema dell'adesione, sul tema dell'ufficio studi. Insomma vogliamo far capire che il mondo sta cambiando e questo può avere degli impatti negativi sul mondo del lavoro, della previdenza ma allo stesso modo far capire che l'associazione ha tanti progetti da portare avanti, che portiamo avanti in un clima molto buono. I fondi pensione ci sono, le parti datoriali le parti sindacali qui lavorano molto bene insieme e portano a casa dei grandi risultati".
Prima diceva che i giovani sono il problema principale legato a questo tema, perché?
"Perché i giovani non si iscrivono ai fondi pensione. Il vero punto critico sono i giovani sotto i 34 anni che o hanno altre priorità o hanno bisogno dei soldi che hanno, non possono destinare ogni mese delle risorse ai fondi pensione quindi pensare al futuro perché hanno delle criticità collegate alla gestione dell'ordinario, del giornaliero. Dobbiamo muoverci con il Governo per trovare qualche soluzione che aiuti l'incentivo e la crescita dei giovani che si possono iscrivere al mondo delle pensioni".
L'attuale situazione geopolitica che peso ha in questo contesto?
"Spaventa. Soprattutto perché c'è una situazione geopolitica a livello internazionale che non è chiara. È vero che non è la prima volta che succede nella storia dell'uomo, però è anche vero che quando si aprono troppi punti critici e conflittuali diventa poi difficile trovare delle soluzioni. Io mi auguro che l'equilibrio e l'intelligenza di alcuni politici ci porti a trovare delle soluzioni che possano aiutare a far tornare le cose come prima, cioè a ritornare in una sana normalità".
Le nuove tecnologie sono da considerare una risorsa o no?
"L' intelligenza artificiale dal mio punto di vista impatterà drammaticamente su alcune tipologie di lavoro mentre su altre meno perché comunque la manualità, la capacità di interazione dell'uomo, l'empatia, l'intelligenza emotiva secondo me avranno un grande lavoro. Però indubbiamente un'intelligenza artificiale evoluta da qui a cinque dieci anni potrà cambiare tremendamente il mercato del lavoro e di riflesso impattare anche sulla previdenza".
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