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Roberto Napoletano, direttore Feuromed: "Un incontro per avere non dibattiti e discussioni, ma decisioni!" - VIDEO

La 3 giorni di Napoli dedicata all'economia dell'EuroMediterraneo con i principali protagonisti della politica e del mondo imprenditoriale

10 Aprile 2024

Roberto Napoletano, direttore di Feuromed e de Il Quotidiano del Sud, è a Napoli per presentare la II edizione del Festival Euromediterraneo dell’Economia che si svolgerà nel capoluogo campano il 18, 19 e 20 aprile prossimi (Aula Magna del Centro congressi dell'Università Federico II, in via Parthenope). In sala Giunta di Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli, ci sono anche il sindaco Gaetano Manfredi, il rettore Matteo Lorito, e in video Francesco Rossi Salvemini, consigliere economico della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e Patrizio Bianchi, presidente Advisory board del Festival.

"Come lo scorso anno avremo contributi di elevatissima qualità - dice Napoletano - dall'ex Governatore della banca d'Italia a praticamente tutti i numeri uno delle grandi aziende italiane diciamo globali. Ma - precisa - il focus è ancora quello della scorsa volta: il capitale umano, l'industria del mare, il grande hub energetico con i ministri e i commissari europei, per avere un confronto di contenuti che produca non dibattiti, non discussioni ma - sottolinea scandendo la parola - decisioni". 

"Non dibattiti, ma decisioni"

Il Giornale d'Italia ha chiesto al direttore Napoletano perché un Festival dell'economia dell'EuroMediterraneo.

"E' il segno della coerenza, dell'impegno preso - spiega - Abbiamo fatto il primo Festival dell'economia dell'EuroMediterraneo lo scorso anno a Napoli e in quell'occasione avevamo detto che le parole si dovevano tradurre in qualcosa di concreto, mettendo al primo punto il capitale umano: perché senza costruire la nuova classe dirigente dell'EuroMediterraneo non è fattibile questo processo di sviluppo, questo processo del Sud come motore di sviluppo e di pace tra le due sponde del Mediterraneo". Napoletano definisce l'attuale contesto geopolitico "davvero complicato: le guerre sono separate ma intrecciate tra loro. Oltre ai carri armati russi in Ucraina che hanno cambiato gli assi di sviluppo, spostandoli da est/ovest a sud/nord che ha quindi recuperato centralità, ma anche qui c'è una polveriera a cielo aperto che riguarda l'Africa, frutto di tanti colonialismi vecchie e nuovi, e il Medio Oriente, ed è arrivata fino al Mar Rosso, quindi con i flussi diretti".

Il capitale umano

"Ecco noi dicemmo due cose l'anno scorso: la prima era la Carta di Napoli. Il primo punto era cambiare la narrazione: e cambiare la narrazione non significa - lo ribadisco fino alla nausea - inventare una narrazione, perché questa sarebbe la cosa più grave. Invece significa documentare ciò che di molto importante si sta facendo per costruire quella fiducia contagiosa necessaria a fare il molto che ancora si deve fare. Questo è il senso del cambiare la narrazione di Napoli".

La corretta narrazione

"Voglio dire, quanti sanno che Napoli è stata  la città che ha avuto la maggiore crescita in Italia, nel 2023, dell'export manifatturiero?

O che la regione Campania è la regione che ha avuto la maggiore crescita in percentuale di export manifatturiero (+ 28,9%, ndr) e che in termini assoluti, dal post covid fino ad oggi, supera regioni di antica vocazione manifatturiera come le Marche o il Friuli Venezia Giulia, oltre i primati turistici e i primati dei servizi.

Questo significa raccontare: c'è il primato dell'intelligenza artificiale dell'Università della Calabria, il primato dell'agro-industria campano, l'eccellenza della cyber-sicurezza e poi questo tessuto che si è rimesso in moto"

Federicum

"È un proseguimento rispetto allo scorso anno, lo racconteremo d'accapo e questa volta lo faremo con i rettori, con le esperienze, con chi fa innovazione.

Prodi aveva lanciato l'Università del Mediterraneo, cioè fai due anni ad esempio al Politecnico di Bari e poi fai gli altri tre o due ad Algeri oppure a Tunisi o a Napoli.

Noi abbiamo fatto Federicum, da Federico II che ha una storia che parla, non bisogna aggiungere nulla nel dialogo, per creare queste mobilità l'interuniversitarie che però vadano quasi oltre l'università. Cioè, noi dobbiamo costruire anche delle specializzazioni tecniche di formazione, per dare a quei territori le competenze di cui hanno bisogno e per costruire il nostro rapporto di scambio, perché l'Africa ha la guerra, ma ha anche i giovani e ha anche la speranza. Ha le materie prime, vecchie e nuove che possono alimentare la crescita del modo".

"L'Africa ha la guerra, ma anche la speranza"

"Quindi di questa speranza noi dobbiamo essere gli interlocutori, cambiando completamente atteggiamento. Non dobbiamo andare lì, vedere quello che dobbiamo prendere, dare quattro soldi e andarcene. Noi lasciamo lo sviluppo lì e insieme costruiamo un mondo che parla, che dialoga.

E Federico II, sia dal punto di vista delle religioni, sia dal punto di vista proprio della cultura, e l'università che ne è nata Napoli e che ne è il simbolo, secondo me potevano richiamare ciò che è stato l'Erasmus, cioè la costruzione della di una gioventù europea: può richiamarlo nella immagine della costruzione di una generazione giovanile euromediterranea che è candidata ad essere la classe dirigente euromediterranea del futuro".   

Il programma di Feuromed 2024

Il Festival si articola in tre sessioni:

la prima giornata sarà dedicata al quadro geopolitico che coinvolge il Mediterraneo e alle sfide strategiche, energetiche, industriali e infrastrutturali;

la seconda sarà incentrata sulla nuova geografia dei traffici, all’industria del mare e alla sfida strategica del capitale umano per costruire la nuova classe dirigente euromediterranea, alla grande rete del futuro, alle politiche industriali europee e al nuovo Mediterraneo;

l’ultima giornata sarà dedicata a un nuovo racconto del Sud italiano come primo dei Sud del mondo per sicurezza, tasso di sviluppo industriale e collocazione strategica all’interno di un Paese del G7. La narrazione cambiata del Mezzogiorno sarà arricchita da testimonianze dal campo e avrà una finestra rilevante sul ritorno della Magna Grecia con il Mediterraneo produttore di cultura per il nuovo mondo.

Parteciperanno oltre 60 relatori, tra cui 5 ministri nazionali e rettori e ministri internazionali, commissari e direttori generali europei, le voci più autorevoli del Mediterraneo allargato e delle istituzioni multilaterali, oltre 20 tra amministratori delegati e presidenti delle più importanti aziende italiane globali e della finanza.

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